domenica 6 febbraio 2011

la cultura del bunga bunga

©mario iannino
courtesy M. Iannino, polimaterico 1996, particolare "la dittatura dei media"
La dittatura dei mass media monopolizzati.

a furia di sentire sempre la stessa predica, su come debba essere vissuta l’esistenza tra profitto privato e pubblica utilità, un certo aspetto culturale sociale ha ceduto il passo alla mediocrità.
Le teorie stratificate nel tempo dalla cultura e dall’esperienza dei popoli mutano fino a trasformarsi geneticamente e inculcano nei singoli principi riprovevoli, difficilmente accettati dai padri e dalle madri cresciute col principio del rispetto della persona, della donna e dell’infanzia.

Il martellamento mediatico riesce a neutralizzare gli anticorpi costruiti dalle tradizioni. Annulla traguardi raggiunti con sacrifici e lotte generazionali, e, mentre i deboli soffrono le instabilità economiche, gli arrivisti rincorrono l’esposizione mediatica, l’amicizia dei potenti che, schiavi della lussuria non accettano il fluire del tempo; l’anzianità, ritenuta una volta, detentrice di saggezza, quindi valore aggiunto per la famiglia e la società, si trasforma in fardello da riciclare e correggere col bisturi del chirurgo plastico e i suggerimenti degli esperti d’immagine. Indolenti al grido disperato di chi soffre, piuttosto che lasciare spazi alla saggezza e invitare con azioni e fatti concreti i cittadini a essere attenti sostenitori della cultura e del bello universale, inseguono e costruiscono paradisi artificiali, dove collocarsi e ospitare seguaci per lenire le fatiche assunte dalle cariche che la “società ha imposto loro", malgrado la netta ritrosia ad assumerle perché ne avrebbero fatto volentieri a meno”.
Cariche pesanti, simili a quelle dei condottieri di un tempo che ingaggiavano battaglie sanguinose per difendere il proprio popolo dai saccheggi dei barbari e dagli infedeli violentatori di fanciulle indifese. Allora perché stupirsi se un povero capo costruisce a proprie spese un luogo rilassante e lo chiama scherzosamente bunga bunga? Oppure non ascolta le richieste del popolo e schiera in piazza le proprie truppe cammellate, seguaci assolutamente dis interessati che si mobilitano solo ed esclusivamente per il bene comune?

amministrative del 2011 fissate per il 15 e 16 maggio

Il ministro Maroni ha fissato le date per le prossime amministrative.

Il 15 e 16 maggio si va alle urne per eleggere sindaci, consiglieri comunali e, in certe regioni anche presidenti e consiglieri delle province, non più nelle priorità del governo, come da agenda elettoralistica contro gli sprechi, da eliminare per recuperare le spese inutili date agli enti locali dopo il dissenso leghista.

Nessuna meraviglia se si registrerà un’alta percentuale di astenuti o di schede annullate. La causa è nota: sfiducia nei confronti di gente che ha dimostrato di non sapere governare eventi ordinari e straordinari nonostante abbia avuto una maggioranza larghissima, brava a tessere alleanze, elargire fondi a privati e “amici”.

Per il 15 e 16 maggio, la macchina elettorale dei partiti dovrà recuperare consensi, dare speranze ai giovani e agli elettori sfiduciati dall’insipienza del teatrino e da quanti hanno calcato le scene degli ultimi anni.
Impresa alquanto ardua!, in un’Italia apparentemente allo sbando ma pronta a castigare quanti hanno disatteso le aspettative politiche urlate nelle piazze… o forse no, per colpa dei broker locali e della loro rete clientelare?
…che fatica essere uomini!

dopo Fini, Storace

Il ministro Maroni ha fissato le date per le prossime amministrative.

Il 15 e 16 maggio si va alle urne per eleggere sindaci, consiglieri comunali e, in certe regioni anche presidenti e consiglieri delle province, non più nelle priorità del governo, come da agenda elettoralistica contro gli sprechi, da eliminare per recuperare le spese inutili date agli enti locali dopo il dissenso leghista.

Nessuna meraviglia se si registrerà un’alta percentuale di astenuti o di schede annullate. La causa è nota: sfiducia nei confronti di gente che ha dimostrato di non sapere governare eventi ordinari e straordinari nonostante abbia avuto una maggioranza larghissima, brava a tessere alleanze, elargire fondi a privati e “amici”.

Per il 15 e 16 maggio, la macchina elettorale dei partiti dovrà recuperare consensi, dare speranze ai giovani e agli elettori sfiduciati dall’insipienza del teatrino e da quanti hanno calcato le scene degli ultimi anni.
Impresa alquanto ardua!, in un’Italia apparentemente allo sbando ma pronta a castigare quanti hanno disatteso le aspettative politiche urlate nelle piazze… o forse no, per colpa dei broker locali e della loro rete clientelare?
…che fatica essere uomini!Questo, in sintesi gli umori dei cittadini comuni, e la classe politica tutta ancora fa finta di non capire! Fa girotondi, raccoglie firme, organizza sit in e vota in parlamento le baggianate mortificanti di una maggioranza arrogante.
quanto si deve aspettare ancora per assistere a uno scatto d'orgoglio nazionale?

sabato 5 febbraio 2011

Italia: 150 anni di unità cancellati dal potere dei soldi

Pare che il 150° dell'Unita' d'Italia porti sfiga!


Dopo la secessione disgregazionista tentata dalla lega e bocciata dal Presidente della Repubblica, i capi leghisti per mantenere compatta la base imbufalita che assomma in un unico corpo pensante populismo e discriminazioni razziali, insistono col progetto sul federalismo comunale che penalizzerà tutti i piccoli paesi privi di risorse e i cittadini non residenti proprietari di seconde casette estive laddove la geografia lo consente. Anche le grandi città non sono esenti dall’avventatezza del provvedimento e i sindaci come Chiamparino, Alemanno, Renzi lo sanno bene per le nuove tasse da imporre persino ai turisti di passaggio che pernottano negli alberghi tassati per il soggiorno. Ma non finisce qui! Anche Torino grazie all’azione dissennata di Marchionne e alla distrazione (?) del governo italiano con molte probabilità diventerà la periferia di Detroit se davvero Marchionne terrà fede alla parola data a Obama e ai lavoratori della Chrysler. Da parte sua, il governo italiano per bocca del ministro Sacconi, minimizza “una vaga ipotesi non è una decisione, e non può quindi dar luogo al solito festival delle Cassandre”. Beh, per essere il ministro del lavoro a parlare, è riduttivo il suo intervento. I lavoratori che hanno già sopportato un referendum castrante, imposto dal manager tagliatore di teste in golfino educato in America, non lo meritano!
A parte le considerazioni, amare, amarissime che ancora possiamo esternare, rimane ben poco da aggiungere alle tesi degli osservatori e analisti economici che seguono l’andamento del mercato del lavoro. Purtroppo, con progetti politici simili, l’unica soluzione è l’emigrazione per quanti sfiduciati e il ribaltamento politico per quanti credono ancora nelle potenzialità dei giovani italiani. Necessita una nuova classe politica meno parolaia e più concreta, culturalmente evoluta! E allo stato attuale manca, nonostante i 150 anni di Unità.

venerdì 4 febbraio 2011

menomale che Giorgio c'è! a tamponare le cazzate leghiste

menomale che Giorgio c’è!

è l’ennesima bocciatura del governo Berlusconi!


 misero epilogo di una destra arrangiata e approssimativa composta da un manipolo di incapaci dirigenti perlopiù leghisti che ignorano le regole principali del vivere comune. Tremonti, Calderoli, Bossi, Castelli, egoisti fino all’eccesso e imbroglioni avvezzi a forzare la democrazia fregandosene altamente del pensiero dell’altra parte dell’Italia. “Altra parte” teorizzata da Bossi Calderoli &c. tutta gente che dovrebbe rivedere i percorsi scolastici per ripristinare le devianze mentali causate dagli shock esperienziali giovanili che forse li ha visti vittime di innocenti bullismi del tipo: il compagno svelto della classe avrà rubato la merenda o nascosto il cappotto per pura goliardia e perciò arriva fulminea la genialata delle "ronde padane" a tutela dei deboli.
oppure no! potrebbe essere la loro indole innata a farli essere quello che sono. allora potrebbero stare così senza intraprendere corsi di recupero e gareggiare all’olimpiade del ciuchino d’oro, finto oro, naturalmente, perché di ricchezze ne hanno accumulate già tante con la scusa di Roma ladrona.
ma torniamo a noi. ieri sera mentre Castelli chiamava ignoranti e bugiardi Di Pietro e altri ospiti che non erano sulla sua lunghezza d’onda ad Annozero nella trasmissione di Santoro, i furbetti si prodigavano a fare l’autogol approvando il decreto sul federalismo comunale appena bocciato dalla commissione Bicamerale che, come ovvio, non ha trovato i presupposti costituzionali in chi ne è garante. Irricevibile! così lo considera il Presidente Giorgio Napolitano. ma, non è la prima volta che il capo dello Stato non firma un atto del governo Berlusconi:
nel febbraio 2009 non approva il decreto sull'alimentazione e idratazione obbligatorie mentre si consumava il dramma di Eluana e della sua famiglia;
nel marzo del 2010 un altro no alla legge che riformava alcune parti del diritto del lavoro.
E anche per il cosiddetto “processo breve” vi fu un’interminabile scaramuccia per opera della maggioranza che voleva e vuole a qualsiasi costo cucire un’armatura d’impunità addosso al premier in barba al motto che capeggia nelle aule dei tribunali italiani: la legge è uguale per tutti.

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