Tre piani.
Tre piani di pubblicità occupano mezza costruzione di un palazzo sulla strada per Marina di Catanzaro.
Difficile non vederlo! Impossibile non leggere il messaggio.
La pubblicità è l'anima del commercio e anche il pane quotidiano di pubblicitari e grafici che campano di questo.
L'enorme e ingombrante cartellone pubblicitario comunica qualcosa d'inusuale. Non si riferisce a un prodotto di largo consumo per le famiglie e neppure suggerisce una merce. Non è neanche una campagna sensibilizzante o socialmente utile.
Non è, a mio avviso, la vetrina di qualche evento culturale. Che so, un messaggio per i cittadini che indichi l'inaugurazione di una esposizione artistica o la premier teatrale; l'inaugurazione di un qualche e vento qualsiasi inerente alla crescita intellettuale. E in momenti come questi segnati dall'odio e dalle maldicenze gratuite, dalla cattiveria e dalla sopraffazione mediatica mirata alla conquista di spazi personalistici, Dio solo sa quanto avremmo bisogno di un po' di positività.
Ovviamente la cronaca fa parte della dialettica democratica. E i giornalisti e gli opinionisti hanno pieno diritto a esprimere il loro pensiero.
L'informazione, per la democrazia e la libertà d'espressione che rappresenta, è sale per gli intelletti agili.
Non conosco il palinsesto della televisione privata e neppure la programmazione dell'editore che ha commissionato il manifesto ma una domanda sorge spontanea: può un mega-processo trasformarsi in intrattenimento mediatico?
Sì, un evento che vede le forze contrapposte della società malata allo Stato e a cui il dr. Gratteri non intendeva affatto dare una vetrina o metterli sotto i riflettori mediatici. Tant'è che fino ad ora le telecamere sono rimaste fuori dall'aula.
I cameraman sono stati tenuti fuori, ritengo, per evitare il deprimente voyeurismo e la spettacolarizzazione quasi morbosa di certi fatti, mentre all'interno delle aule bunker di Lamezia Terme, luogo in cui si svolge il processo per mafia, accedono solo i legali delle parti, gli avvocati, i giudici, gli accusati e i giornalisti senza telecamere al seguito.
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