Enrico Letta è stato messo
all'angolo.
L'esercito dei giovani rottamatori
invade le trasmissioni televisive e le prime pagine dei giornali
per inneggiare alle doti del loro capo Matteo Renzi.
Un Matteo decisionista. Determinato.
Innovatore. Con lo sguardo rivolto ai bisognosi. Al lavoro. Alle
aziende e alle banche.
Già ... ( quanto influisce l'azione
dei poteri forti rappresentati da banche, aziende, lobby e gruppi
camaleontici che si aggirano e abitano i palazzi che contano e
determinano le azioni dei governi?)
Non c'è che dire. È davvero un
segnale altissimo di democrazia quanto sta avvenendo in Italia: il
segretario del PD, dopo avere suggerito la politica da mettere
in campo al suo esponente che ricopre la carica di Capo del Governo,
mentre lo assicura, lo accoppa e pretende il suo posto.
Dai primi commenti dei suoi
collaboratori non risulta la benché minima innovazione nella
compagine governativa. Stessi attori, e giocatori che sono
l'emanazione dei partiti che sorreggono l'armata Brancaleone,
dovrebbero accelerare una serie di leggi e leggine abbattendo gli
ostacoli eretti da loro stessi.
Non si vede nessuna innovazione.
Sfasciare un governo che ha fatto poco
per comporne un altro con gli stessi partiti sostituendo il capo
dell'esecutivo non dà nessuna speranza d'innovazione possibile per
quanto concerne i bisogni reali del Paese e della gente che lo abita.
Ma poi è davvero espressione del pd
questo giovane Matteo?
Il tempo darà ragione. Non un
tempo lontano. Già dalle prime mosse capiremo se è dotato di buoni
propositi oppure è il solito fantoccio messo lì da qualcuno che
pensa a tutelare interessi privati mascherandoli con emergenze
pubbliche tenendo sotto ricatto un Paese intero.
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