Il primo novembre del 2009
moriva Fortunata Evolo, conosciuta come Natuzza da
Paravati, Mamma Natuzza per quanti l'hanno incontrata e amata.
Paravati, Mamma Natuzza per quanti l'hanno incontrata e amata.
Natuzza non sapeva leggere
e scrivere e neanche parlare in italiano correttamente ma in compenso
sapeva leggere nell'animo di quanti andavano da Lei dapprima per
scaricare drammi insopportabili e poi per affetto e amore.
Mamma Natuzza conosceva le
angosce dei suoi ospiti e sapeva come lenire le loro pene.
Lei, donna umile, si trincerava dietro l'Angelo. A Lui assegnava l'arduo compito di messaggero per suggerire e consegnare missive dall'aldilà. Le sue parole, suffragate da segreti insondabili per i comuni mortali che si recavano fiduciosi a Paravati per chiedere lumi su malattie o intense pene causate da lutti, sono ancora vive in quanti la conobbero.
Lei, donna umile, si trincerava dietro l'Angelo. A Lui assegnava l'arduo compito di messaggero per suggerire e consegnare missive dall'aldilà. Le sue parole, suffragate da segreti insondabili per i comuni mortali che si recavano fiduciosi a Paravati per chiedere lumi su malattie o intense pene causate da lutti, sono ancora vive in quanti la conobbero.
Tre anni sono trascorsi
dalla sua morte e nel frattempo Paravati è diventato un luogo
frequentatissimo dai numerosi figli conosciuti di persona o
attraverso il corpo Astrale.
“Quando vuoi farmi
qualche domanda, se ti senti afflitto, se hai bisogno di un
suggerimento, mandami l'Angelo che Lui viene e mi dice tutto e io ti
sarò vicina.”. Così diceva Mamma Natuzza ai suoi figli
spirituali.
Ciao Mamma Natuzza, sei
sempre nei nostri cuori, certi che vegli su di noi in compagnia dei cari estinti ancor più di quando eravate presenti col corpo e ci accompagnavate per mano per le strade del mondo. Adesso, non possiamo ascoltare la tua voce ma il tuo amore di mamma che hai sempre profuso rimane a farci compagnia e ci sostiene nei momenti tristi.
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