In queste ore, la notizia che infiamma la penna dei giornalisti è racchiusa in poche parole: gli sprechi della Maddalena per il cantiere G8, ennesima cattedrale nel deserto mai utilizzata.
Nell’isola, per rendere accoglienti alcune strutture militari esistenti e costruirne altre per accogliere degnamente i rappresentanti del G8 si è speso una caterva spropositata di denaro pubblico. Denaro, che stando alle notizie, pare sia finito nei conti correnti di amici degli amici. Familiari di supervisori a capo di imprese, controllati e controllori hanno lasciato molte incompiute e disatteso le aspettative occupazionali degli isolani.
Questi, in estrema sintesi i fatti immessi nel circuito della comunicazione. Ma, detto ciò, non s’intende criminalizzare nessuno! D’altronde, lo stato di diritto garantisce la presunzione d’innocenza fino alla costatazione di prove certe, inconfutabili!
Allora, perché gl’inquirenti non lavorano in silenzio, nel totale riserbo fino alla conclusione delle indagini?
Perché mettere alla gogna presunti innocenti?
Ricordo, con rammarico, la figura sofferente di Enzo Tortora, tirato in ballo, pare, da un caso di omonimia. All’epoca dei fatti, l’immagine dell’uomo di spettacolo fu data in pasto all’opinione pubblica in maniera impietosa e quando l’episodio fu chiarito, Enzo Tortora era l’ombra di sé stesso.
Quindi insisto: perché non si lavora in silenzio? Che bisogno c’è di sbattere il mostro in prima pagina anzitempo?
Da cittadino mi aspetto maggiore austerità dagli organi istituzionali preposti a garantire la sicurezza individuale e collettiva. Anche perché, al di là dei personaggi inquisiti, dei presunti illeciti e delle intercettazioni ambientali, se Bertolaso si riferisse davvero a una fisioterapista e fosse all’oscuro di tutto? …
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