Che strano! Ho sognato una vecchia macchina da scrivere. Uno di quegli aggeggi usati nella
"olivetti 82" |
Quando la macchina fu commercializzata riscontrò larghi consensi; fu inserita negli uffici e riempì d’angoscia i vecchi scrivani mentre i giovani iniziarono a frequentare corsi professionali mirati per apprendere il metodo e scrivere velocemente con entrambe le mani e le dieci dita. L’aggeggino rivoluzionò completamente il lavoro negli uffici e nelle case. Anche gli scrittori in erba impararono ad usarla: infilavano nel rullo i foglio di carta A4 intervallati dalla cartacarbone quando occorrevano più copie e battevano sui tasti per comporre poesie, racconti o relazioni. Eh la tecnica!...
La stranezza del sogno consiste nell'appendice della macchina da scrivere: un semplice insignificante filo la collega ad una penna ottica di ultima generazione e basta passare il lettore sulla fronte per travasare i pensieri più reconditi immediatamente sul foglio privi di sovrastrutture o mediazioni formali.
Potenza della parola scritta! tra vecchie e nuove macchine non c'è rottura o antagonismo ma solidarietà. Volontà di chiarezza, creatività! L'appendice conferisce alla macchina da scrivere il potere rivoluzionario dell'immediatezza trasformandola in macchina della verità che sbugiarda o conferma pensiero e azione di chi sta davanti.
Miracoli, suggestioni o speranze inconsce riposte nelle potenzialità della democrazia liquida?
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