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martedì 7 luglio 2009
LaborArt: linguaggio gestuale e ricreazione
Malgrado sorgano continue incomprensioni attorno ai linguaggi non verbali, (simbolici, prediscorsivi, ingenui, artistici, non filologici) inseriti in un contesto grafico-linguistico retto da regole lessicali accettate dalla cultura in atto, le incomprensioni verso forme espressive libere, dettate dalla disconoscenza dei valori simbolici, sono superate dalla comprensione istintiva che autonomamente si sintonizza sulle “frequenze tracciate dai caratteri simbolici universali”.
In sintesi: la creatività dettata dalla comunione empirica tra pratica e metodo, parzialmente inconscia, si avvale del sentimento legato all’educazione ed alla socialità della comunicazione diretta che, aggirando la ragione vigile, agisce in profondità ed esercita un’azione evolutiva naturale non contaminata dalla pacchiana arte che assembla falsi primitivi, ipotetici naifs costruiti per il mercato mediatico, spesso, conditi da assurde contaminazioni pseudoartistiche o artigianalità interetniche.
Il gesto espressivo trasla tutto e niente. Può essere gioco, narrazione fine a se stassa; messaggio, richiesta; regalo!, nella sua interezza gratuita dettata dalla spontaneità linguistica affine al gesto stesso: è il corpo che parla; trasferisce movenze, pensieri e non-pensieri. Atti che soddisfano l'attore principale.
mario iannino
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