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domenica 20 gennaio 2013

politica antimafia in campagna elettorale

Il pensiero dominante dell'antipolitica si misura concretamente nelle candidature antimafia e nelle quota rosa di liste e listini dei partiti.

courtesy Mario Iannino©
"vasi comunicanti" courtesy archivio M. Iannino

Politica, quote antimafia, quote rosa in parlamento e senato sono davvero indici di buona gestione del governo? mi spiego meglio: avere nel proprio cv un parente morto per mano mafiosa, terrorismo e quant'altro sinonimo di delinquenza, fa del titolare un buon dirigente o serve dell'altro?

Di sicuro rimanere vittime di mafia non è cosa piacevole. E chi resta in vita lotta contro il malaffare. Fa proseliti. Conferenze. Pone il suo tempo a disposizione della collettività affinché non si ripetano mai più crimini analoghi. Lo fa per se, per ricordare le vittime e per le nuove generazioni. certamente non per vedersi cooptato nell'arena politica nazionale o regionale. 
I marpioni dell'antipolitica conoscono benissimo gli umori del popolo e sono certi che il nome di una vittima, che sia di mafia o di guerra, meglio ancora se reduce di fatti freschi della malagiustizia, porta molti voti emotivi.

Negli ultimi decenni quanti sono state le vittime della mafia?
Oltre ai magistrati Falcone e Borsellino, Della Chiesa, Scopelliti, nomi eccellentissimi che sono diventati il simbolo del martirio civile; ma chi ricorda quelli delle scorte o dei tanti cittadini comuni taglieggiati quotidianamente?
Probabilmente pochi! Pochissime persone ricordano i nomi o conoscono gli imprenditori che lottano tutti i giorni o rimangono vittime ignote. Invisibili alla società perché non interessano ai media. Ma quelli diventati icone dell'antimafia sono ricercati dalle forze politiche.
Borsellino ha detto di no! Ha detto no con chiarezza a Ingroia e ha rifiutato il posto sicuro nella lista civica del magistrato motivando la sua risposta con argomentazioni che hanno fatto onore al suo reale impegno nella lotta contro le mafie. Mafie palesi che i giornalisti assegnano nomi luoghi e casati. Delinquenza comune, manovalanza e capibastone. E tutto si ferma lì. Al caso folkloristico delle lupare e dei ladri di polli che si ammazzano per la supremazia territoriale.

È confacente far diventare i drammatici fatti personali dei biglietti da visita da spendere continuamente nei talk show e aprire le porte ai giochetti della politica?

Stesso discorso vale per le quote rosa, tirate in ballo dagli strateghi per indorare la pillola e far sembrare equo e democratico il pensiero che guida le lobby presenti nei partiti per non farli sembrare tali e poter gridare inventive a quanti hanno gli occhi aperti e guardano alla gestione della cosa pubblica in maniera pragmatica.

Concludendo, i problemi attuali non sono le liste e le rappresentanze ma il pensiero che guida i partiti e le coalizioni. Le disuguaglianze create dal capitalismo e dalle ideologie antiumane attuate in nome dello spread da Monti e i partiti che lo hanno appoggiato e continuano a osannare la famigerata agenda Monti.


venerdì 28 dicembre 2012

Piero Grasso si candida, entra in politica

piero grasso 
Piero Grasso ha scelto di entrare in politica!

C'è chi sale, chi scende e chi entra in politica. Al di là delle formule, il magistrato antimafia dice, in maniera molto chiara:
“Sento il bisogno di impegnarmi personalmente!". È una scelta di vita che comunica ai giornalisti con la voce rotta dall'emozione. “io non salgo o scendo, semplicemente mi sposto” dopo 43 anni di magistrato mi sposto col mio bagaglio di esperienza in politica per migliorare il Paese".

Parla a braccio, Piero Grasso. Dice di essere stato catapultato dalla stampa stessa nell'agone politico prima ancora che arrivasse l'ok dal csm. E di non essere preparato alla conferenza stampa da candidato alle prossime politiche.

Annarella, che tutti conoscete, l'ho trovata all'ingresso, mi ha abbracciato e mi ha detto “benvenuto”.
La decisione, spiega Grasso, è stata presa in questi giorni di vacanza, a contatto con il figlio e il nipotino che gli ha ribadito candidamente gli stessi concetti espressi da altri studenti durante le sue visite nelle scuole per i progetti sulla legalità, sul diritto al lavoro, al futuro e alla libertà come sancito nella Costituzione della Repubblica senza, appunto, doversi rivolgere ai politici o alle mafie per ottenere diritti civili.

Dal canto suo Bersani lo presenta alla stampa e dichiara che per il momento non c'è un collegio assegnato a Grasso; si vedrà dopo le primarie in quale territorio proporlo. E con la stessa chiarezza risponde sorridendo al giornalista che chiede se gli sarà assegnato qualche ministero “per il momento preoccupiamoci di vincere le elezioni!.


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