"il sonno degli innocenti" |
È più una consuetudine consolidata quella di dover fare un bilancio ogni fine e inizio anno più che una necessità dettata dalla volontà di migliorarsi. E mentre tutto procede secondo dinamiche mosse da altri, differenti e diversi da noi in quanto a cultura e volontà di pace, in medio oriente, in Ucraina e in altri Paesi dimenticati dalla cronaca che conta, il dramma degli innocenti continua senza pietà ad occupare pagine di cronaca nera. Passata l'indignazione iniziale sembra che le morti e le distruzioni siano problemi altrui. L'assueffazione subentra subdola senza palesare neppure la volontà politica dei leader mondiali che lavorano per una soluzione di pace, si spera, a breve termine. Anzi i guerrafondai tifano per i demoni che lanciano proclami e promettono assalti decisivi fino a quando non avranno sottomesso e debellato il nemico. È una questione di orgoglio nazionale!
Intanto la gente muore! Sotto il frastuono delle bombe chi sopravvive vaga in cerca delle più elementari dinamiche per salvarsi. Per continuare a vivere, è più corretto dire sopravvivere nell'inferno terreno le vittime si aggirano tra le macerie in cerca di oggetti utili.Le immagini impietose dei reporter catturano particolari raccapriccianti:
Mani di tutte le età stringono contenitori e barattoli raccattati tra le macerie e tra queste secchielli di plastica colorata non adatta per gli alimenti.
Mani di bimbi che non usano i secchielli per giocare sulla spiaggia sotto lo sguardo attento dei genitori che, insieme a loro, costruiscono castelli di sabbia ma per pietire un po' di cibo attorno al calderone che qualche organizzazione umanitaria ha allestito in mezzo ai palazzi collassati dalla furia di chi ordina l'eccidio.
Bambini a cui si è tolto il sorriso. Bambini che non riposano tra comode e calde lenzuola. E persone grandi disperate perché conoscono l'odio. Adesso più che mai! Sarebbe opportuno ritornare bambini, riscoprire il calore delle carezze e degli abbracci, camminare sui terreni coltivati da buonsenso e essere in sintonia con l'universo. Come accade ancora, nonostante tutto, laddove regna la cultura che apre alle possibilità conviviali fortificate e tenute in considerazione dalla ferma volontà di bene comune. Culture sociali alimentate con compassionevole amore tra le quiete mura domestiche intrise, se pur tra alti e bassi, di specifiche convinzioni familistiche cresciute per tutelare la vita del proprio nucleo familiare ma propensi e aperti all'altro.
Purtroppo hai fotografato la situazione attuale e non se ne vede la fine,resta la SPERANZA
RispondiEliminaAUGURI
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Analisi impietosa della avidità umana
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