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martedì 21 gennaio 2020

Catanzaro, dimissioni dopo lo scandalo


Tanto per non fare la figura degli idioti creduloni:

 
È giusto e opportuno chiarire alcuni aspetti della vicenda in questione che vede la città di Catanzaro esposta alla gogna mediatica per quanto è accaduto in seno al consiglio comunale la cui pentola è stata scoperchiata dalla magistratura ma, secondo una logica di civiltà e politica al servizio dei cittadini deve prescindere dall’aspetto giuridico e riappropriarsi della Politica Alta una classe dirigente veramente votata al bene comune.

Dopo le dimissioni dei consiglieri di opposizione Bosco e Fiorita, anche quelli che stavano seduti accanto ad Abramo e che lo fiancheggiavano nelle decisioni gestionali della città, dietro la decisione di Tallini (così dice l’informazione giornalistica) la maggioranza ha deciso di staccare la spina: è crisi al comune di Catanzaro!

Qualcuno gongola! E lascia intendere, o forse è convinto, che il tutto sia accaduto dopo le furiose esternazioni rese plateali dalla trasmissione locale che mette in scena da diversi anni.
Sia chiaro: il suo modo di fare televisione non è di mio gradimento. Ma questo non deve influire e non influisce sull’analisi.
 Il suo è un lavoro! Denuncia e propone la Calabria in tv. È un lavoro e come tale deve stimolare gli sponsor per raggranellare fondi e calamitare gli spettatori, cosa che fa bene a sentire i sondaggi.

 Anche Salvini sa catalizzare gli umori popolari e sa come trasformarli in voti.
A rafforzare la logica dei fatti c’è la cruda realtà dell’eterno immobilismo. Tutti sapevano ma nessuno parlava. Perché?

Anche Marco Polimeni sapeva.
Giletti glielo dice senza mezze frasi; “se ci sono trenta persone in casa mia qualche domanda me la pongo…”.
Ma potremmo dire che è un modo di fare politica. Uno strano modo!

C’è voluta la magistratura per agitare le acque stagnanti e fare riaffiorare il liquame depositato nel mare magnum della politica locale.

Perché gli stimati Fiorita e Bosco non hanno scoperchiato loro le incoerenze strutturali che si sono create e consolidate nel tempo attraverso la dialettica e la denuncia politica? Senz’altro queste incongruenze non fanno il paio a chi sostiene di volere cambiare il vento in città. Perché lasciare le acque stagnati? Perché lasciare fare?

La tempistica non è stata il loro forte! Cosa che ha saputo fare bene, vista la consumata esperienza, Tallini nel dare indicazioni ai suoi di abbandonare la nave e lasciare Abramo alla deriva in solitaria attesa subito dopo le dimissioni di Fiorita e Bosco. Ma amplificate dai giornali e dalla televisione. Ecco che si vestono di rinata verginità proprio coloro i quali hanno governato il territorio e lasciato nel degrado le periferie.

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