Pagine

lunedì 19 novembre 2018

Essere: come un ippocampo

"una storia"
Per magnificare le qualità di una persona spesso prendiamo come riferimento il carattere degli animali: “forte e impetuoso come un toro o un leone; perspicace come una faina, ma, difficilmente ricorriamo alla figura del cavalluccio marino per indicare l'attaccamento alla famiglia da parte di un uomo. L'essere protettivo e “mammo” di quanti si prendono cura dei figli fin dalla nascita. Eppure, pare che questo simpatico animaletto abbia i requisiti giusti per essere il simbolo concreto dell'amore paterno!

Da quando ho letto che tra le peculiarità innate ce ne sono alcune imprescindibili quali la “gestazione paterna” e la fedeltà reciproca della coppia (che dura tutta la vita), personalmente, ho rivalutato la natura e l'essere dell'ippocampo. Anche perché, senza falsa modestia, questo aspetto mi appartiene.

La natura umana non consente di portare dentro il marsupio la “vita”. Questa è prerogativa esclusiva della donna. È lei che ha l'ovulazione e porta in grembo il feto per nove mesi. All'uomo rimane l'apprensione e l'attesa per tutto il tempo della gravidanza ma dopo può e deve dedicarsi ai figli. Accudirli; preparare loro le poppate; cambiare i pannolini e fare le nottate...

Nessun commento:

Posta un commento

LA PAROLA AI LETTORI.
I commenti sono abilitati per chiunque passa da qui, si sofferma, legge e vuole lasciare un contributo all'autore del post.
ATTENZIONE! Chi commenta i post del blog è responsabile di quanto scrive. Pertanto non è prevista nessuna moderazione o censura ai commenti salvo evidenti illiceità.