Migrazioni.
Partiamo dal presupposto che nessuno andrebbe via dalla propria terra se avesse la possibilità di crescere in armonia con la bellezza delle donne e degli uomini che hanno tracciato la storia e quindi la cultura tout court dei luoghi natii.
Alcuni vanno via dai propri paesi per
necessità, si integrano nel tessuto sociale d'accoglienza, studiano
e alimentano le proprie passioni fino a farle assurgere, coi
linguaggi sublimi e universali dell'arte, a simboli di armonia e
bellezza universale.
Altri scelgono di viaggiare per toccare
con mano esperienze di vita differenti. E le differenze, anche le più
insignificanti, sia nel primo che nel secondo caso alimentano i
pensieri creativi e fortificano le menti “curiose”.
Le opportunità non mancano!
Ma ci deve essere qualcuno a ricordare
la bellezza e farsene paladino nella propria e altrui realtà
sociali e culturali.
La Calabria ha partorito figli
che sono dovuti emigrare per necessità e non solo.
Ne ho conosciuti molti personalmente e
alcuni per elezione per avere amato la loro arte. Tra questi Domingo
Notaro, mio compaesano, costretto a varcare l'oceano da bambino
insieme alla famiglia e approdare in Argentina dove “Domenico” si
trasforma in “Domingo”.
Notaro lì
espanse la sua sensibilità artistica e trasformò l'angoscia
dell'abbandono forzato in poesia. Pittore, scultore, poeta, Domingo
continua a farsi chiamare così. Il suo nome è un tatuaggio che gli
è rimasto impresso nell'animo e che forse gli brucia ancora oggi
dentro. Domingo oggi vive a Roma. Ha esposto a Parigi, Bruxelles ed
al Metropolitan Art Space di Tokio, ma non dimentica il suo paese
d'origine: Palermiti dove ritorna ogni anno per trascorrere l'estate.
Sal Nistico,
virtuoso del sax e stimato jazzista, nasce a NY nel '38 da una
famiglia calabrese costretta a migrare negli states.
Nella nuova realtà
sociale il cognome Nisticò perde l'accento. Sal Nistico conosce
musicisti eccezionali e suona insieme a loro in locali divenuti
templi del jazz.
Salvatore,
alla nascita, in ossequio alla tradizione in uso nelle famiglie
calabresi “rinnova il nonno paterno” prendendone il nome ed è la
prima generazione nata oltre oceano, a NY, ma con radici saldamente
ancorate al territorio delle preserre calabre e precisamente a
Cardinale. D'altronde
niente è definitivamente scritto e immutabile nei destini degli
uomini. La vita riserva sorprese. Sal si trasferisce in Europa.
Conosce Rachel Gould e la sposa. Vive a Berna fino alla sua morte
avvenuta nel 1991.
In
questi giorni, per opera del prof. Pino Nisticò,
originario anche lui di Cardinale, accademico, ex presidente della
regione Calabria, già parlamentare italiano e europeo e attuale
presidente dell'EBRI, è stata costituita la “Sal Nistico
International Jazz Association”
con lo scopo di ricordare l'eclettica figura di Salvatore
Nistico quale
originale e versatile sassofonista bianco capace di passare dal
rhythm and blues alle sonorità della bebop e big band con forti
componenti e ispirazioni afroamericane.
Due artisti
diversi per quanto concerne l'indirizzo espressivo.
Ma la cultura,
l'arte in tutte le sue accezioni, in sintesi, voglio intendere che la
bellezza non ha bandiere e confini e che la sua universalità è
patrimonio della collettività intera. Anche se i luoghi a volte
diventano sprono per le menti creative e le aiutano ad abbandonare
ipotetiche pastoie mentali ad osare e volare alto. Il risultato
finale, il lavoro degli artisti appartiene a tutte le genti del
mondo.
Nel peregrinare
umano può succedere che la sofferenza fisica e lo struggimento
interiore, quando mediate dai linguaggi sublimi dell'arte, siano
elevati a poetiche superlative e diventino, pur nella loro
astrazione, riferimenti concreti, cibo intellettivo per i sofisti,
sublimi prodotti simili a laiche preghiere indirizzate al tempio
dell'amore e dell'arte.
Perché tutto ciò
accada è necessario meditare, studiare, lavorare incessantemente.
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