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venerdì 7 febbraio 2014

Grillo indagato, azione politica o antipolitica?

Dopo aver letto che Grillo è indagato dalla procura di Genova per aver istigato i militari a disobbedire alle leggi in base all'articolo 266 Cp in seguito all'esposto del parlamentare e coordinatore dei giovani del Pd Fausto Raciti che ravvisava l'ingerenza nella lettera aperta di Grillo indirizzata ai vertici di Polizia, Esercito e Carabinieri di non schierarsi a protezione della classe politica italiana, ho sbirciato nel suo blog.

Ho approfondito e, nella lettera, indirizzata a Leonardo Gallittelli, comandante dei Carabinieri, Alessandro Pansa, capo della Polizia e Claudio Graziano, capo di stato maggiore dell'Esercito, Grillo li invitava «di non proteggere più questa classe politica che ha portato l'Italia allo sfacelo, di non scortarli con le loro macchine blu o al supermercato, di non schierarsi davanti ai palazzi del potere infangati dalla corruzione e dal malaffare. Le forze dell'ordine non meritano un ruolo così degradante. Gli italiani sono dalla vostra parte, unitevi a loro.

Forse perché non sono addentro ai meccanismi delle lotte politiche, alle guerriglie parlamentari e all'uso incondizionato dei cavilli legali, personalmente non ho ravvisato niente di sovversivo nelle parole di Grillo che solitamente adotta linguaggi coloriti per enfatizzare la sua visione della politica.

Di contro ho notato una sorta di coalizione volta al mutuo soccorso del sistema delle larghe intese. Una sorta di volontà ferrea nel mantenere lo status quo dei meccanismi che frenano l'emancipazione.

Gli interventi della destra e della sinistra parlamentare e le dure accuse della Presidente della Camera Laura Boldrini dimostrano la scarsa cultura politica nei confronti dell'opposizione e di quanti non sono allineati alle loro idee di democrazia e socialità.

Litigi e querele a parte, costanti invariabili nel tempo politichese, nulla lascia presagire quel salto di qualità tanto agognato.

Per concludere, con una sorta di malessere dovuto alle beghe oscurantiste, ritengo che Raciti e quelli come lui facciano del male al Paese e danno una mano agli scontenti che hanno visto in Grillo l'eroe dell'antipolitica. Antipolitica intesa come momento di rottura dei privilegi.
ma forse Fausto Raciti non sa che il suo vecchio partito, quando diceva di lottare per i poveri e diseredati proletari, pur di emanciparli dalla povertà economica e intellettuale, ha fatto di peggio che mandare un invito ai dirigenti delle forze dell'ordine.

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