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giovedì 21 novembre 2013

Patto di stabilità e coercizione della politica Europea

La quasi totalità degli amministratori politici nazionali e locali danno la colpa dei mancati interventi di bonifica del territorio e dei danni causati dalle piogge delle ultime ore al famigerato “patto di stabilità nazionale”.

Ma cos'è sto patto di stabilità?

Il Patto di Stabilità Interno (PSI) nasce dall'esigenza di convergenza delle economie degli Stati membri della UE verso specifici parametri, comuni a tutti, e condivisi a livello europeo in seno al Patto di stabilità e crescita e specificamente nel trattato di Maastricht (Indebitamento netto della Pubblica Amministrazione/P.I.L. inferiore al 3% e rapporto Debito pubblico delle AA.PP./P.I.L. convergente verso il 60%).

Detto in parole semplici significa che in base all'accordo stipulato e sottoscritto nel 1997 dai paesi membri dell'Unione Europea per mantenere fermi i requisiti di adesione all'Unione Economica e Monetaria dell'Unione Europea(Eurozona) e rafforzare il percorso d’integrazione monetaria intrapreso nel 1992 con la sottoscrizione del Trattato di Maastricht anche se ci sono soldi a disposizione delle pubbliche amministrazioni, quindi comuni province regioni e stai, non si possono impegnare neanche per lavori importanti come mettere in sicurezza l'ambiente e la vita delle persone.

Insomma, anche se i comuni hanno risorse e sono virtuosi, per effetto del Patto di Stabilità, non possono spendere e nemmeno programmare investimenti per migliorare le infrastrutture.
Quindi non ci resta che piangere, a secco!, sennò le lacrime si vanno ad aggiungere alle piogge e chissà quali altri guai andranno a provocare.

Ma veramente è così? O qualcuno si nasconde dietro al dito?

Comunque, il patto di stabilità si è dimostrato un ostacolo enorme che deve essere, se non abbattuto, modificato.

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