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giovedì 7 marzo 2013

Bersani gl'incappucciati la politica e i cittadini

Lo so. Tentare un'analisi lontana da simpatie e antipatie, tacitando gli istinti personali e sospendendo per un attimo le ideologie o più semplicemente i bisogni contingenti è difficile!, specialmente se l'analisi è affidata al web dove vige la regola dei 3 secondi. (per questi motivi tralascio molti passaggi superflui).

E veniamo subito al nocciolo del discorso: la nascita di un nuovo Governo!

Secondo la Costituzione il Presidente della Repubblica dopo aver valutato gli esiti elettorali e consultato i leader politici dell'arco costituzionale che rappresentano il Popolo Sovrano conferisce l'incarico di formare il Governo a chi garantisce stabilità attraverso un programma politico in sintonia coi dettami costituzionali.

Noi cittadini siamo tenuti a ragionare sugli eventi importati e intervenire quando è possibile col voto o con l'impegno civico, specialmente se si tratta di decisioni che determineranno l'intero assetto sociale presente e futuro. È un obbligo morale!, verso noi stessi e, principalmente, verso i nostri figli.


Per questi motivi i despota non godono di buona luce. Sono opachi come le loro decisioni prese lontane dalla realtà e dalle esigenze dei cittadini.

Questa volta siamo davanti a delle novità assolute. C'è l'invasione dei grillini nelle Camere della Repubblica. Gente non abituata alle mediazioni della politica. Persone che partono da zero e che hanno visto la dirigenza partitica e politica, spesso, come una casta. Un muro di gomma.

Una casta, quella dei partiti, che, se vista da vicino, da da lavorare a molte famiglie.
Si vuole buttare l'acqua sporca con tutto il bambino?

Allora, più che abbattere i partiti o la politica nel suo complesso così come conosciuta, non è, forse, più opportuno dettare nuove regole per mantenere quanti amano davvero la politica e la fanno per passione Con regole di autofinanziamento o altro ma che non pesino sui già tartassati contribuenti?

Sembra poco ma sarebbe un segnale importante. E darebbe credito al futuro Presidente del Consiglio e alla classe politica ancora arroccata nella difesa dei finanziamenti pubblici ai partiti.

Se a questo, il nuovo Governo, aggiunge parsimonia nella spesa pubblica e destina le risorse delle grandi opere al ripristino dell'esistente migliorando viabilità, scuole, sanità e tenendo in considerazione il welfare, senz'altro darebbe una risposta concreta ai demagoghi di turno.

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