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giovedì 10 gennaio 2013

candidati, dopo gli avvocati è il turno dei giornalisti

courtesy Mario Iannino©
parole taglienti, courtesy Mario Iannino, polimaterico, 2006
Fa senz'altro discutere una notizia che evidenzia l'acquisizione di un vitalizio da parte di chi è stato condannato per non avere gestito adeguatamente i soldi pubblici e tutelato la collettività che avrebbe dovuto rappresentare in quanto consigliere regionale. E se la notizia è anticipata in un talk show che va in onda sulla rete nazionale, allarma ancora di più; rendendo ostica la politica specie in un momento come quello attuale che vede la gente perdere il lavoro e consumare gli ultimi risparmi per pagare imu, tasse auto, assicurazioni, tarsu ecc. tutte aumentate dalla cattiva gestione della cosa pubblica, inesorabilmente da tutti i politici che si sono avvicendati nella guida del Paese mentre il tempo passa sulle nostre teste.

È, senza ombra di dubbi, una sferzata in pieno viso per chiunque stenta a campare. Se poi si aggiunge che il vitalizio supera i seimila euro al mese, già mi pare di vedere l'esercito dei vecchietti vessati dall'inps che pretende la restituzione di 4 euro per avere sbagliato i conti su una pensioncina di ottanta novanta euro mensili.

In mezzo a questo guazzabuglio galleggiano le polemiche sui nomi delle liste che dovranno affiancare i leader politici nazionali. E cosa salta all'occhio schifato dei cittadini che non vogliono più saperne di affaristi passati in politica?
Salta all'occhio che le storie si ripetono all'infinito! E dopo la categoria dei politici allevati nelle scuole di partito, quella degli attori, attrici e cantanti,qualche escort, imprenditori, militari, giudici, avvocati, finanzieri, atleti e giocatori, adesso è il turno dei giornalisti. Anche se, per essere precisi, alcuni di loro sono presenti da sempre nelle varie assemblee parlamentari.

Giornalisti, ricordate? Quelli che spesso cercano lo scoop per arrampicarvici sopra e galoppare verso futuri dorati, più che per amore della verità o meglio ancora, della notizia. Ma non disperiamo. Diamo loro fiducia!
E, chissà se qualche riflesso condizionato, acquisito nello svolgere il mestiere più bello del mondo, non risvegli la passione latente e rendano pubbliche le intese sottobanco dei comitati d'affari o gli accordi machiavellici presi nei piani alti. No, eh? In effetti è difficile supporre che qualcosa possa cambiare in meglio se non iniziamo a cambiare dal nostro interno i pensieri e le azioni.

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