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venerdì 9 settembre 2011

punti di vista, da un'esternazione di G.Napolitano

È vero, non siamo più negli anni '70! quelli sono morti e sepolti insieme ai sogni e alle ideologie che hanno mosso le intenzioni giovanili, ma che hanno contribuito alla crescita economica e sociale del paese. In quegli anni cresceva l'industria, la produzione, il lavoro e con esso la coscienza sociale, si coniavano slogan sentiti, come “lavorare meno per lavorare tutti”. C'era fermento culturale e politico. C'era un voler esserci, collaborare nel sociale per il benessere civile; c'era la volontà di cambiare in meglio e si guardava oltre i confini geografici per prendere il meglio della politica estera e portare, laddove era necessario a causa dei governi totalitari, solidarietà. C'era la lotta di classe coi suoi errori, deviante per alcune menti, che ha portato lutti e drammi inutili nelle famiglie e nella società. C'era una classe politica tutto sommato più attenta, che nonostante le ruberie per i partiti o le persone aiutava il paese a crescere. Erano gli anni dello statuto dei lavoratori, delle cinquecento, della Fiat, dei metalmeccanici e dei tessili, degli intellettuali impegnati nel sociale. Erano anni in fermento!

Purtroppo, oggi, nel 2011, è rimasto ben poco del bagaglio storico e culturale di quegli anni. La morale o l'etica della politica contemporanea forma caste sociali diseducate e diseducanti, emargina i deboli ai quali si chiede il voto, a loro è consentito solo fare parte del numero elettorale, formare il popolo che, a seconda degli schieramenti, diventa delle libertà o antagonista a esse.
Oggi si è avvezzi alla litigiosità tattica utile per depistare le menti e per tutelare interessi privati davanti ai quali si rimane inermi e sbigottiti perchè blindati dai privilegi delle caste e asserviti al sottobosco politico che gestisce il nostro bel paese.
Ecco, caro Giorgio, cosa viene fuori dagli atteggiamenti della politica e degli affari palesati dai fatti, divulgati dai mass media e dall'enorme deficit di bilancio nazionale al cui risanamento sono chiamati ad intervenire sempre i soliti noti. Eppure i mari italiani sono congestionati da natanti di lusso che guarda caso sono intestati a società di comodo ma utilizzati sempre dagli stessi utenti. Anche l'industria automobilistica di prestigio pare che abbia commesse da gente che per il fisco è quasi sulla soglia dell'indigenza. Ma queste non sono notizie nuove.

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