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giovedì 23 dicembre 2010

italiani, cittadini o sudditi di piccoli re nudi?

Sull’incomprensione generazionale si sono sparsi fiumi di parole, inchiostro, concetti a volte azzeccati e altre no. E gli ultimi avvenimenti sembrano toccare il fondo dell’incomprensione. Il divario tra giovani e vecchi è aumentato di gran lunga rispetto a qualche anno addietro e la colpa, come sempre, non sta solo da una parte. È ovvio che la riflessione maggiore tocca farla ai vecchi che detengono e assediano il potere e gestiscono le istituzioni come meglio credono. La devono fare loro perché hanno contestato il sistema prima dei figli. Hanno contestato le ambiguità denunciate negli anni 60, 70, 80 e ora che hanno raggiunto il potere invece di modificare ciò che hanno combattuto schierano i lavoratori dell’ordine pubblico contro i manifestanti, studenti e lavoratori precari, operai e impiegati che dal governo pretendono risposte risolutive ai problemi e non certamente lo scontro con altri padri di famiglia che eseguono gli ordini.

I giovani, oggi, hanno lasciato soli i rappresentanti dei parti politici. Hanno gridato la loro contrarietà alla politica subdola. Si sono allontanati dai luoghi simbolo del potere per sottolineare l’assenza totale del dialogo tra cittadini e istituzioni voluto dai regnanti sordi e insensibili alle esigenze altrui.
E che non se la caccino con la solita manfrina della crisi economica perché questa è LA CRISI DEI VALORI! I cittadini, gli studenti chiedono chiarimenti. Cercano il dialogo! Vogliono vedere la fine delle cordate affaristiche fare il codazzo alla politica. Vogliono essere parte attiva dell’Italia, non sudditi di tanti piccoli re nudi!

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