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giovedì 14 ottobre 2010

le mezze misure

Da buoni italiani estremizziamo ogni cosa. Tra il bianco e il nero, il blu e il rosso siamo propensi a buttarci da una parte o dall’altra senza considerare le innumerevoli sfumature che partono dall’uno e s’intersecano nell’altro.
Questione politica, sociale, lavoro ecc. ecc., tutto è vissuto così specie se vi sono elementi di disturbo, tipo i giornalai di parte, che propendono a insinuare il terrore psicologico nella comunità. Lo abbiamo visto nelle ultime ore nel caso Masi vs Santoro, nell’episodio riprovevole della metropolitana romana, nello stupro in pineta a Catanzaro e via dicendo. I giornalai per vendere enfatizzano o punzecchiano fobie e morbosità, quindi titolano: extracomunitario, rumeno, zingaro per quanto concerne la cronaca; e mafioso, ’ndranghetista, colluso per demolire uomini impegnati politicamente anche quando è una falsità perché, si sa, basta insistere fino a quando si trasforma in verità nell’opinione pubblica.

Le ultime vicende vedono Masi, direttore generale rai, contro Santoro, senz’altro è un eccesso che rasenta l’autolesionismo e l'abuso di potere, l’intervento di Masi, visto il danno d’immagine ed economico che il provvedimento disciplinare causa all’azienda, e alcuni parlamentari ritengono necessario prendere spunto da questo episodio per insistere sulla privatizzazione dell’azienda pubblica. Non sarebbe meglio se invece lavorassero tutti per fare crescere le coscienze attraverso la divulgazione della cultura, dell’arte, del buon esempio così da evitare l’insorgere della tracotanza negli uomini? Certamente, se vi fossero meccanismi sociali adeguati, si potrebbe ridurre e annullare l’emarginazione; si potrebbe integrare il pensiero altro con l’autoctono, fare si che convivano esigenze differenti attorno ad un unico interesse: la socialità! Il miglioramento qualitativo della vita!

È una questione di buon senso vedere il bicchiere mezzo pieno…

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