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domenica 28 febbraio 2010

ambiguità politiche, cecità collettiva


Ambiguità politiche.

Anche l’attuale campagna elettorale è caratterizzata dalle ambiguità politiche urlate come soluzioni certe dei mali che attanagliano la vita quotidiana dei cittadini e dei territori: mancanza di lavoro, cattiva gestione della cosa pubblica; infiltrazioni malavitose nelle strutture dello Stato; arroganza dei poteri e chi più ne ha più ne metta!

Di fatto, uomini e proclami non cambiano e si ripropongono ciclicamente; l’uno eclissa l’altro in una sorta di balletto blasfemo. Uomini che cambiano casacca. Personaggi tronfi che vestono panni umili, abbracciano e stringono mani anonime; sorridono, dimostrano e proclamano rispetto e servizio alla collettività ma che diventano inavvicinabili, appena passato lo stato di conflitto politico, specie se riescono a raggiungere le alte cariche.
Insomma tutti, indistintamente dicono di esporsi per puro spirito di servizio, per risolvere i mali provocati dai predecessori… ma chi sono i predecessori?

Davvero il volto nuovo, in politica, ha la capacità politica di stravolgere un sistema contorto, basato su accordi che rinascono e si trasformano secondo le necessità lobbistiche del tempo?

Finalmente, l’Avvenire, pubblica la voce dei vescovi, insoddisfatti delle ultime vicende Berlusconiane, anche se c’è da chiedersi dov’erano prima, quando hanno lasciato spazio e parola a leader divorziati per tenere alta la bandiera della famiglia. Ecco, in sintesi, dalle pagine del quotidiano di piazza Carbonari, il pensiero della CEI:

“La politica e lo spettacolo, in un abbraccio mortifero, hanno dato nell’occasione il peggio di se. Ci ha inquietato lo spargersi, tra alzatine di spalle e sorrisetti irridenti o ammiccanti, di un’altra manciata di sospetti sulle gesta del presidente del Consiglio. Il sospetto per chi gestisce la cosa pubblica può essere persino peggiore della verità più scomoda. E comunque, prima o poi arriva il momento del conto (…) La stoffa umana di un leader, il suo stile e i valori di cui riempie concretamente la sua vita non sono indifferenti: non possono esserlo. Per questo noi continuiamo a coltivare la richiesta di un presidente che con sobrietà sappia essere specchio, il meno deforme, all’anima del Paese”