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domenica 3 aprile 2022

La morte distrugge, rigenera e rinsalda. Ciao nènè

 Accade oggi, nel 36° giorno di guerra un Ucraina 

Ho visto in tv le immagini della guerra che Putin il tiranno sta conducendo in Ucraina. Scene devastanti: fosse comuni. Civili massacrati. Donne e uomini coi segni della tortura sul corpo e con le mani legate dietro la schiena gettati senza alcun riguardo in una fossa comune scavata dai militari russi nei boschi.

È un massacro! Il macellaio non conosce pietà! Ha persino la benedizione del suo patriarca.

I pensieri si affollano. Vorrei non avere mai visto queste scene. Scenari anacronistici divenuti quasi una conseguenza logica dei deliri di un despota che nega le barbarie agli ignari russi tenuti all'oscuro e plagiati da un'operazione di disinformazione di regime. I cronisti non assoggettati alla volontà degli oligarchi e persino la popolazione dissenziente è arrestata e messa nelle condizioni di non nuocere.

La grande z bianca vergata sui blindati russi è un'enorme burla! Perché non vanno a fare un'esercitazione in Ucraina ma a demolire vite e civiltà.

Esprimo il mio dissenso come posso e con le opportunità semantiche a me care: la pittura!

Raramente adopero il nero ma questa volta è d'obbligo! Grida e evidenzia la barbarie di una cerchia di potere che sta al riparo dai campi bellici e infligge morte.

Il telefono mi distoglie dai gesti catartici che attuo quasi inconsciamente ma con le immagini appena viste ben salde nella testa, è solo alla fine che osservo e analizzo il risultato per dare le pennellate conclusive.

Poggio il pennello. Pulisco le mani e:

Ciao come stai? - m'interroga una voce ben nota- Bene, sto lavorando, non so se hai visto la tv ma quelle scene mi hanno turbato, sono state crudeli e violenti, assurde di una violenza gratuita...

Sì le ho viste e non so come faccia a dormire la notte. Ti ho chiamato … non so se hai saputo... un altro amico a intrapreso l'ultimo viaggio, ho visto il manifesto... Gaetano Cartaginese, Nènè è morto. … -attimi di silenzio-. Cazzo... è da un po' che non ci vediamo. L'ho sentito qualche mese addietro e ci siamo lasciati con la promessa reciproca di vederci... .

Nènè che cazzo di nome è? Sembra il nome di una donna e invece ti presenti tu che non sei il massimo della beltà. Gli dissi sorridendo. Sei bello tu!!! mi rispose. E dopo una energica stretta di mano ci siamo messi a parlare di arte. Erano i primi anni settanta.

E anche se geograficamente vicini di casa iniziammo a frequentarci tramite un altro caro amico, Angelo De Siena, entrambi del rione stadio. Ricordo che insieme avevano ideato un concorso di pittura: “il pennello nascosto”, con l'intento di fare uscire allo scoperto quanti si dilettavano a dipingere per far sì che l'hobby diventasse qualcosa di più. E vi riuscirono!

Neènè aveva un vocione rauco. Gioviale. E sorridendo mi spiegò l'origine semantica del suo “nikname” direbbero oggi i ragazzi.

Nènè è il diminutivo di Gatenènè, così mi chiamavano da piccolo a casa e in seguito ho scelto di usarlo come pseudonimo per firmare i quadri.

Un altro caro amico è andato via. Serenamente! Questo mi piace pensare. Un uomo. Un padre. Un nonno attento e amorevole ch'è andato via attorniato dall'amore dei suoi cari e dalla moltitudine di pensieri positivi dei tanti amici e conoscenti.

Ciao nènè

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