Pagine

giovedì 24 dicembre 2020

Catanzaro, c'era una volta

Da oggi e i giorni a seguire delle feste natalizie e fine e inizio anno siamo i zona rossa. Dovremmo essere in zona rossa. Dico dovremmo perché non si direbbe. Molti sono in giro per fare acquisti come se le limitazioni non ci fossero. Nei centri di spaccio alimentari la fila c'è. E in uno di questi negozi di generi alimentari incontro un caro amico col quale ricordiamo i tempi passati.

Qualcuno ricorda con nostalgia le grandi riunioni familiari con amici e conoscenti annessi. Le giocate, stretti stretti attorno al tavolo in cucina e nei soggiorni. Lo scatolo della tombola. Le bucce di mandarino per segna numeri. Le carte del mercante in fiera, quelle di scala e le napoletane. L'euforia, le battute e le grida per i premi vinti a tombola, mercante in fiera o nel giro di 7 e ½.

E come non ricordare i personaggi che popolavano le strade cittadine e le rendevano uniche col loro folkloristico fare: “Jèjè, u 'Ndensu, u Ciaciu fino al contemporaneo Ajialà”.

I venditori di ortaggi e prodotti in salamoia tradizionali: “u salatura, i castagni 'mpilati, i crucitti e ficu cu i nuci...”. E il simpatico “Salvatore da Decollatura” col suo carico di patate e cipolle Che non riusciva ad accontentare mai i clienti e tra un intervallo musicale fatto di canzoni e musica contadina e l'altro ripeteva con scherno: “ajiu i cipuddhi e voliti i patati ajiu i patati e voliti i cipuddhji”.




Storie del tempo passato che rimangono vive nei ricordi di chi ancora cammina e popola questa terra tra contraddizioni e volubili coerenze.

Nessun commento:

Posta un commento

LA PAROLA AI LETTORI.
I commenti sono abilitati per chiunque passa da qui, si sofferma, legge e vuole lasciare un contributo all'autore del post.
ATTENZIONE! Chi commenta i post del blog è responsabile di quanto scrive. Pertanto non è prevista nessuna moderazione o censura ai commenti salvo evidenti illiceità.