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mercoledì 4 marzo 2015

Melfi, Marchionne attinge al jobs act

I mezzi di comunicazione di massa concentrano le attività du due fatti eccezionali:
marchionne

primo, le assunzioni che Merchionne fa a Melfi. Il dg ex fiat, ora fca, parla di 1900 posti di lavoro grazie al jobs act. E, guarda un po', a Marchionne piace Matteo Renzi. Gli piace la sua politica e per questo ha intenzioni di regalargli una bella costosa macchina rossa per tenere su il nome del cavallino.

Meno felici sono i lavoratori costretti a turni massacranti e pare che già alcuni operai abbiano abbandonato l'idea del lavoro nella fabbrica del soddisfatto Marchionne.
Gli schiavisti del terzo millennio fanno man bassa e offrono lavoro a tempo determinato ma solo applicando il jobs act!
Ma ci sono anche mamme esasperate e pur di portare avanti la famiglia fanno domanda di assunzione e sono discriminate per l'età, troppo a vanti negli anni rispetto ai requisiti previsti nel jobs che prevede una forbice tra i 18 e i 30 anni.

Non per populismo, ma viene da chiedersi: se Renzi soffrisse o avesse sofferto in passato un'esperienza analoga, e quindi turni logoranti, viaggi lunghi e brevi ma carichi di stress sui mezzi pubblici e su sgangherate utilitarie, insomma lavorare le 40 ore piene e con le ultime energie tornare a casa, avrebbe imposto questa legge sul lavoro? Sarebbe stato più attento alla qualità della vita dei lavoratori o avrebbe comunque leggiferato a favore degli imprenditori?

Che ci siano stati errori nella gestione passata e forse abusi all'interno delle sigle sindacali non vi è dubbio ma da questo a capovolgere la storia e vantarsi di essere riusciti ad eliminare l'articolo 18 e stralciato lo statuto dei lavoratori ce ne vuole.
Da noi si dice: u gurdu non capisciu mai u dijunu. Chi è sazio non capisce chi soffre la fame.


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