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mercoledì 6 marzo 2013

Perugia, imprenditore e impiegate vittime del disagio sociale


Davanti a certi fatti difficile trovare parole, tentare analisi o prendersela con qualcuno o qualcosa per dare senso a tensioni cresciute nel tempo. SI rimane annichiliti! A nulla vale inveire contro gli organi istituzionali o gli strumenti burocratici. Unico dato raccapricciante, davanti al quale si rimane, appunto, di pietra è la tragedia umana di un piccolo imprenditore che vedendosi revocati dei contributi, dopo numerosi tentativi per riottenere gli accediti presso gli uffici provinciali e regionali di Perugia, irrompe nella sede istituzionale che gli aveva revocato il finanziamento e uccide due impiegate della regione Umbria.

«Mi mancavano tre cartellini, libretto di fumo, macchine in movimento, una cavolata… mi hanno tolto un accreditamento e di conseguenza i 160 mila euro di finanziamento approvato». questo il laconico commento dell'imprenditore, vittima del disagio sociale, qualche giorno prima che accadesse il fattaccio.

Andrea Zampi, imprenditore di 43 anni, è entrato negli uffici della Regione, al Broletto, nelle stanze attigue alla vicepresidente Carla Casciari e ha sparato uccidendo Margherita Peccati e Daniela Crispolti. Dalle prime ricostruzioni sembrerebbe che la prima vittima fosse seduta alla sua scrivania; la seconda sarebbe stata colpita nel corridoio.
Una delle due impiegate della Regione Umbria pare fosse precaria. Mentre l'altra era prossima alla pensione.

È la sintesi drammatica dello spaccato italiano che racchiude in un unica cornice il quadro dei malesseri sociali partoriti dalla fredda inconciliabile teoria dei bisogni economici  contro la propensione per l'altro, il sofferente, il bisognoso.

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