lunedì 30 gennaio 2012

Rino Gaetano, un cantautore evergreen

Ci sono persone che riescono a raccontare i problemi di ognuno di noi in maniera creativa. Persone che, in modo scanzonato o serio, mettono sul piatto della vita la quotidianità politica, sociale, personale e parlano di sentimenti che, chi li vive in prima persona in quel determinato momento ritiene unici ma, grazie alla musica, la pittura, la letteratura, all'arte in generale, una volta trattati nelle diverse chiavi linguistiche diventano collanti universali. Le atmosfere narranti s'insinuano tra gli affetti, tessono un'unica trama dalle molteplici sfumature che ognuno interpreta e vive secondo parametri personali, riconoscendosi.

Spesso alcuni particolari sfuggono nell'attimo in cui si sente o vede per la prima volta una canzone, un film o un'opera d'arte. Serve una seconda, terza, quarta attenzione nei confronti del lavoro creativo in questione. E se per un pezzo musicale ascoltato in macchina o al super mercato scocca la scintilla, altri linguaggi necessitano di riflessione e conoscenze specifiche perché la pancia non sempre ascolta attentamente e nel verso giusto.

Rino Gaetano è stato un menestrello jolly. Uno di quei giullari di corte che si potevano permettere di cantare con sarcasmo le iniquità dei potenti ai potenti stessi senza per questo essere punito com'era d'uso. Le sue ballate possedevano l'allegria scanzonata dei canti popolari tipici della sua terra d'origine: la Calabria.
Ironico e solare, Rino, portava nel cuore il calore e la cultura stratificata della Magna Graecia e della sua Crotone e la trasferiva nei testi intrisi di denuncia politica e malcostume, purtroppo, ancora tristemente attuali nonostante non esistano più i personaggi che movimentavano la politica e la società degli anni 70.

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