Avvocati, commercialisti e prestanomi
sono, secondo Giuseppe Pignatone, procuratore di Reggio Calabria, gli
esponenti della “borghesia mafiosa” che hanno contaminato la
gestione comunale della “multiservizi” reggina, adesso agli
arresti: il commercialista xxxxxo, sua moglie, l’avvocato
xxxxx, sua sorella xxxxxx e suo
cognato, il commercialista xxxe i prestanomi della cosca xx i fratelli xxx e i figli di quest’ultimo, i
gemelli xxx i fratellixxxx. E
ancora i boss xxx.
Il nome del governatore della Calabria,
Giuseppe Scopelliti, non appare mai nelle 228 pagine dell’ordinanza
di custodia cautelare che ha portato agli undici arresti, non in una
intercettazione, non in un interrogatorio. È il suo «modello
Reggio» a finire sul banco degli imputati e dimostrarsi, perciò,
fallimentare perché da sindaco della città non ha vigilato sul
passaggio delle quote azionarie dall’Ingest Facility Spa (100%
Fiat), mandataria capogruppo dell’Ati che deteneva il 49% del
pacchetto azionario di «Multiservizi». Nel 2006, l’Ingest è
uscita dalla partecipata e la sua quota è stata rilevata da
imprenditori privati che a loro volta hanno ceduto il 33% del 49% ai
Rechichi, prestanomi dei Tegano. secondo gli inquirenti.
A questo punto e col senno del poi, c'è
da chiedersi se un solo uomo, anche se politicamente illuminato, può
governare simili ragnatele in una realtà fortemente contaminata da
interessi economico malavitosi oppure c'è la necessità del coinvolgimento democratico dei cittadini a tutela del bene comune.
ps: gli omissis sono stati determinati dalla legge europea sulla privacy
ps: gli omissis sono stati determinati dalla legge europea sulla privacy
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