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sabato 19 novembre 2011

11 arresti a Reggio Calabria

Avvocati, commercialisti e prestanomi sono, secondo Giuseppe Pignatone, procuratore di Reggio Calabria, gli esponenti della “borghesia mafiosa” che hanno contaminato la gestione comunale della “multiservizi” reggina, adesso agli arresti: il commercialista xxxxxo, sua moglie, l’avvocato xxxxx, sua sorella xxxxxx e suo cognato, il commercialista xxxe i prestanomi della cosca xx i fratelli xxx e i figli di quest’ultimo, i gemelli xxx i fratellixxxx. E ancora i boss xxx. 
Il nome del governatore della Calabria, Giuseppe Scopelliti, non appare mai nelle 228 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare che ha portato agli undici arresti, non in una intercettazione, non in un interrogatorio. È il suo «modello Reggio» a finire sul banco degli imputati e dimostrarsi, perciò, fallimentare perché da sindaco della città non ha vigilato sul passaggio delle quote azionarie dall’Ingest Facility Spa (100% Fiat), mandataria capogruppo dell’Ati che deteneva il 49% del pacchetto azionario di «Multiservizi». Nel 2006, l’Ingest è uscita dalla partecipata e la sua quota è stata rilevata da imprenditori privati che a loro volta hanno ceduto il 33% del 49% ai Rechichi, prestanomi dei Tegano. secondo gli inquirenti.

A questo punto e col senno del poi, c'è da chiedersi se un solo uomo, anche se politicamente illuminato, può governare simili ragnatele in una realtà fortemente contaminata da interessi economico malavitosi oppure c'è la necessità del coinvolgimento democratico dei cittadini a tutela del bene comune.

ps: gli omissis sono stati determinati dalla legge europea sulla privacy

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