I maestri della disinformazione sono riusciti a rendere concrete le paure collettive e trasformare in male le tradizioni popolari, vale a dire, tutte quelle azioni rituali tramandate nei secoli di generazione in generazione.
Da scaltri imbonitori, hanno sovvertito valori e ruoli a favore dei propri tornaconti. Cosicché, la madrina o il padrino delle unghie, ruolo atavico conferito alla persona di famiglia più amata (nonno, nonna, ma anche zii, zie e qualche fraterna conoscenza amicale) che taglia per la prima volta le unghie al neonato (per esempio, in Sicilia si usa mettere in mano al neonato una banconota di grosso taglio per augurare ricchezza e prosperità), secondo una certa letteratura si trasforma in capocosca rionale. Insomma, è come dire che il topino dei denti è la parte oscura della vita che circuisce i giovani e compra per pochi spiccioli l’infanzia. Ma chi non ricorda con nostalgia di avere creduto alla befana, a babbo natale e persino ai personaggi delle favole e al suo mondo magico?
È vero! alcune associazioni malavitose pescano nelle tradizioni per rendere inscindibili giuramenti e affiliazioni ma da questo ad accomunare le tradizioni sane alla malavita organizzata ce ne vuole davvero di scaltrezza. chi è in malafede non si preoccupa per niente; per lui è importante mungere la mammella gonfia di latte (altra espressione popolare che indica una fonte opulenta di guadagno) fin tanto che è possibile.
E, se da un lato, teoricamente, la possibilità d’espressione, rende più forte la democrazia, dall’altro, se non autodisciplinata dal rispetto per l’altro, il disinformato o l’ignorante, regredisce e s’imbarbarisce nelle menzogne delle persone che lui ritiene sagge in virtù di una propaganda strutturata all’accrescimento dell’ego e del benessere dei cosiddetti “dotti” o dottori della comunicazione faziosa.
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