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giovedì 13 gennaio 2011

chi ha paura dei giochi creativi?

Il kitsch contamina i linguaggi contemporanei, sovverte concetti e cultura delle arti. Ma il kitsch, forte della volgarità insita nella forma dozzinale riesce a trasmettere nell’immediatezza concetti e metafore altrimenti incomprensibili ai più.

Se per certi aspetti è bene considerare positivamente la massiccia esposizione mediatica degli eventi inglobati in contenitori multimediali e lì suddivisi in tematiche come avviene nel web e nelle telecomunicazioni in senso lato, per evitare incomprensioni o errori di valutazione, è opportuno ricordare che quando si parla di arte vi è la necessità intellettuale di chiarire alcuni aspetti inerenti alle azioni umane e ai consequenziali prodotti realizzati dal lavoro creativo.

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M.I. giochi creativi, 2011 t.m.
Il fare dell’uomo, compreso le frivolezze linguistiche, pilotate da certa stampa e da certe firme assurge a beni di consumo con una certa facilità e con altrettanta facilità cadono nell’oblio più profondo appena la campagna mediatica termina. E questo vale sia se la campagna è riferita a persone presentate come geni della musica o dello spettacolo in generale, ma anche ad artisti visivi quali pittori, scultori, performer. un esempio evidente è dato dagli eventi o dalle gare canore addomesticate da giurie compiacenti.
Perché avviene ciò? Semplice! Se il valore di un evento qualsiasi, quindi, lavoro artistico, creativo, o semplice lavoro di routine è reso importante dalla logica tesaurizzante protesa a implementare il dato materiale ed economico di chi sta dietro e dentro il mercato, l’ha prodotto e trasformato, piuttosto che enfatizzare, giustamente, il valore propositivo, intellettivo e la ricaduta culturale che l’azione può svolgere nella società, è normale che in un siffatto pensiero mercificante, il miraggio di un’ipotetica ricchezza renda ciechi e stolti.

La mercificazione, in tutte le ere, è riuscita a sovvertire la pericolosità che Platone assegnava agli artisti.
E Platone sapeva bene cos’è l’Arte, cosa l’immaginazione, il gioco creativo della finzione visiva e la temeva. Temeva il fuoco trasformatore dell’immaginazione. La forza delle idee sublimi che muovono gli uomini di qualsiasi età.
per questo, oggi come allora, l’Arte e gli Artisti, sono considerati pericolosi per il sistema. Una minaccia per l’ordine precostituito e quindi, censurati e estromessi dai luoghi istituzionali preposti alla divulgazione della cultura. … salvo che non servano a qualcuno o a qualcosa.

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