mario iannino, 1999, omaggio a mattia preti |
Poetica della visione e nuovi media.
Se per gli storici dell’arte ha valore studiare e soffermarsi su pittori e tendenze delle epoche passate, per i pittori, nostri contemporanei, la storia dell’arte serve da stimolo per operare al meglio e sviluppare nuovi percorsi mentali nel campo della cultura e dei linguaggi visivi.
D'altronde, il progresso tecnologico ha sopperito egregiamente al lavoro meticoloso dei pittori ritrattisti e paesaggisti dei tempi passati.
I nuovi media esplicitano l’artigianalità pittorica con un notevole risparmio di tempi e mezzi il lavoro dei creativi che amano cimentarsi e proporre temi cari alla figurazione.
È naturale chiedersi, alla luce di quanto accennato, a cosa serve, oggi, lisciare minuziosamente una tela e scimmiottare i pittori del passato con tele, pennelli e colori? Indubbiamente un bel ritratto rivisitato dalla maestria di un valente pittore è qualitativamente più accattivante di una foto digitalizzata o serigrafata. Abbiamo visto come Andy Warhol ha rivisitato la foto di Marilyn Monroe, la stessa Marilyn che ha stuzzicato la creatività di Mimmo Rotella. Entrambi gli artisti hanno trattato la figura con metodi espressivi differenti e ognuno ha conferito un’anima poetica alle immagini rielaborate con tecniche non tradizionali. Warhol attraverso la fotografia serigrafata e Mimmo Rotella con il decollage.
Eppure la disinformazione o la carenza culturale di quanti guardano alla pittura contemporanea con lo sguardo rivolto al passato non accettano l’evoluzione poetica dei linguaggi visivi confondendo gioco creativo, messaggio culturale e mestiere pittorico.
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