Davanti a certe situazioni non si può rimanere in silenzio. C'è la necessità civica di esprimere dissenso davanti alle violenze subite dagli studenti che manifestano il sentire comune a favore della pace in Palestina e contestare le assurde motivazioni di parte che ha ordinato la carica delle forze dell'ordine.
Dire di essere indignati è poco! E non solo per l'accaduto ma per gli strascichi verbali politicamente scorretti dei rappresentanti del governo Meloni. Meno male che nella bolgia dei depistaggi verbali diramati e amplificati dai media la voce autorevole del Presidente di Tutti si leva per chiarire un concetto inalienabile su cui si basa la democrazia, e ciò, in parte, tranquillizza gli animi:
«Il presidente della Repubblica — è scritto nella nota diffusa dal Quirinale — ha fatto presente al ministro dell’Interno che l’autorevolezza delle forze dell’ordine non si misura sui manganelli ma sulla capacità di assicurare sicurezza tutelando, al contempo, la libertà di manifestare pubblicamente opinioni. Con i ragazzi i manganelli esprimono un fallimento».
Ed ecco la replica del ministro:
In un'intervista al Corriere della Sera, Piantedosi dice di aver parlato con Mattarella: "Condivido le sue parole come le condividono tutti i poliziotti. Tutti noi auspichiamo sempre che le manifestazioni pubbliche si svolgano pacificamente e senza incidenti". Ma aggiunge che "fondamentale in tale senso è anche la collaborazione degli stessi manifestanti". E puntualizza che le ricostruzioni sull'aumento dell'uso della forza non sono veritiere.
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