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domenica 25 agosto 2013

Voglio guardare il mondo con occhi di cane


Anche stamattina Macchia avverte il nostro arrivo. Leggera e veloce copre la distanza che ci separa, infila la testolina tra il muretto e l'inferriata della villa, poi caccia fuori anche una zampa, esile com'è sembra essere in equilibrio precario, e aspetta.

Vasco, baldanzoso, le si avvicina. Fermo come una statua, acconsente che lei lo lecchi sul muso. I bacini non durano più di qualche nano secondo, poi, quasi un po' sulle sue, così, tanto per darsi un tono, assume la posizione del dominante, gira attorno al muro di cinta della villa e marca il perimetro.

Macchia è una cagnetta di taglia piccola dal carattere giocoso; bianca con quattro macchie nere grandi distribuite armoniosamente sul corpo e sulla testa. Dolce, talmente socievole che quando dico a Vasco: “su dai torniamo a casa”, emette dei guaiti impercettibili che tradotti avranno senz'altro questo senso: “perché non restate ancora un pochino?”. Ma i cani sono ubbidienti e pazienti. Capiscono quando è il momento di smettere.
Smette di seguirci e prende posizione dal solito spazio. Uno spazio talmente piccolo nel quale Vasco e altri cani di taglia grande riescono ad infilare appena il muso ma per lei è sufficientemente largo da poter osservare il mondo esterno e tessere relazioni.

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