Macchia, in attesa |
AI CANI NON SFUGGE NULLA!
Gli animali sentono! Avvertono cose che
a noi umani, abituati o educati alle apparenze, sfuggono.
Per distrazione o superficialità,
spesso, guardiamo senza osservare ciò che accade davanti a noi.
Sovente ci lasciamo catturare
dall'esteriorità.
Nel campo dell'arte, per esempio, c'è
ancora chi fa confusione tra le alchimie della figurazione melensa e
la ricerca linguistica di forme/pensiero arcaiche proiettate nel
contemporaneo; ritenendo la prima buona e la seconda il frutto di uno
scherzo.
Ma non è di questo che voglio parlare.
Né tanto meno perorare cause a favore di certo modo di esprimersi in
arte. Personalmente, ritengo valida qualsiasi espressione! E di ciò
parleremo in altri momenti.
Non intendo parlare neanche dei
rapporti interpersonali e del ruolo preminente dell'aspetto fisico,
giacché irrilevante nel mondo canino.
Veniamo ai fatti:
Macchia e Vasco |
Vasco si è fermato e a nulla valgono
le mie esortazioni. Gonfia il pelo sul dorso e ringhia minaccioso.
Anche il molosso nero della villa affianco si fa sentire.
In fondo alla strada prende forma la
figura di un ragazzo: torso nudo, maglietta gettata sulla spalla,
jeans calati sotto il livello della mutanda: è lui “il nemico”!
Faccio fatica a tenere Vasco mentre il
ragazzo chiede: “posso passare?”. Certo, passa pure, ma perché i
cani ti abbaiano contro? Il ragazzo passa oltre senza dare risposta.
Vasco, come al solito, quando mi sente dialogare con le persone si
calma, gli do una pacca sul sedere e gli dico: dai monello andiamo a
casa, lui mi guarda con occhi che sorridono, scodinzola e mi precede
verso casa.
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