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sabato 14 luglio 2012

diamo una mano a chi soffre

I parenti li ho visitati tutti. Qualcuno mi ha dato una mano economicamente, per come ha potuto, altri mi hanno dato solidarietà e affetto sinceri. Non avevano altro!

Chi mai si sarebbe immaginato di finire così? D'altronde l'attività di mio marito andava discretamente bene e io, con lo stipendio da insegnante non mi potevo lamentare e infatti abbiamo mandato una figlia all'università che adesso fa la ricercatrice precaria e per potere continuare a farlo le paghiamo la casa a Roma. L'altra figlia è sposata. Fa la casalinga. Ha una bellissima bambina e vive in una casa in affitto insieme al marito.

Fino a qualche anno fa, dicevo, vivevamo una vita tranquilla e l'estate, vista la mia professione, stavamo al mare in una casa in affitto. Chiamarla casa, forse è un eufemismo. La dimora somiglia di più ad uno di quei bungalow di campeggio. Ma per l'uso che ne facevamo e per il prezzo andava benissimo.

Purtroppo questi sono solo ricordi del passato da tenere a riparo nel cuore, coccolarli così da trarre nuove energie e rinverdirli nei momenti di scoramento alla fiammella del tempo trascorso sulla spiaggia a far castelli di sabbia con i figli piccoli, al bagnetto coi braccioli o il salvagente “Titti” alle pappine e ai frullati che a volte diventavano vere sfide di resistenza che impegnavano persino le zie vere e quelle acquisite sulla spiaggia, nel vicinato e tra gli amici più cari. Ed ora, a proposito di parenti acquisiti, finito il giro dei consanguinei, con una buona dose di coraggio e col cuore in lacrime è a questi ultimi che mi rivolgo spinta dalle imminenti vicissitudini, vale a dire: la presa in carico della famiglia di mia figlia dopo che il datore di lavoro di mio genero ha comunicato il ridimensionamento, pena la chiusura dell'azienda, per mancanza di commesse.
Sfortunatamente per entrambi, gli amici e i conoscenti, non navigano in buone acque. All'incirca hanno tutti i miei stessi problemi: figli e nipoti a carico con relativi mutui accesi nei tempi buoni, quando ancora si poteva pensare di formare una famiglia.

Che fare?

Questo non è un post di fantasia e neanche letteratura spicciola. È la storia vera di una famiglia che vorremmo aiutare senza creare casi patetici da mettere in vetrina.  

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