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domenica 4 marzo 2012

tav e gay, le mezze ore di Lucia Annunziata

Mezz'ora in più a disposizione della Annunziata su rai 3 per liberare cazzate inutili sui gay, anche se, ad essere sinceri la prima mezz'ora è stata proficua perché l'ospite è stato coraggioso ed ha detto come stanno davvero le cose sull'alta velocità. Non sto a ripetere quanto è stato detto, chi vuole può documentarsi sul web, ma una cosa è certa: se i politici che hanno trattato la questione alta velocità per le merci che parte da Lisbona e arriva a Kiev, quindi unisce l'Europa da una parte all'altra, avessero avuto lo stesso coraggio nel parlare e eliminareil politichese con la gente, magari incontrandola prima e sviscerare insieme le problematiche che la struttura avrebbe causato nell'impatto con l'ambiente, a quest'ora non saremmo di fronte a scontri ideologici, ambientali e politici per la tratta ferroviaria che tutto sommato interessa la Val Susa in minima parte.
Ma, ripeto non è di questo che voglio parlare!

Voglio gridare il mio dissenso su come sono strumentalizzati certi argomenti. Argomenti delicatissimi che toccano il privato, (si parla tanto di privacy, diritto alla vita, all'amore e poi pretendiamo che gli altri sbandierino ai 4 venti sentimenti, ritenuti dagli ignoranti, morbosi o contro-natura). Con quale diritto si pretende o si sussurra una confessione pubblica da chi non lo ha fatto quando era in vita.
Non si può iniziare un tema definendolo “il caso Dalla” nel giorno dei suoi funerali con due rappresentanti gay in collegamento da piazza Maggiore in Bologna sorvolando due ordini di motivi fondamentali:
  1. Lucio Dalla è stato un grande Poeta e un eccelso Musicista; una persona sensibile amata per la sua arte!
  2. Poco importa dove lo portasse la sua passione intima. Lui l'ha vissuta con dignità!
Non è facendo coming out che si risolvono i problemi sociali e culturali dell'essere gay. E neanche facendo leggi punitive per chi sfotte i gay. Solo la crescita culturale collettiva elimina i pregiudizi nei confronti dell'altro, il “diverso” ma poi diverso da chi?

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