Che vi sia un braccio di ferro in atto tra il dg della rai Masi e Santoro non vi sono dubbi. Ora non voglio sindacare chi ha torto o ragione ma la decisione disciplinare applicata da Masi poiché alto dirigente dell’azienda televisiva pubblica italiana che si regge con i soldi degli abbonati e con la pubblicità ha un sapore di stampo autoritario.
Io sono il capo e decido chi va in onda e chi no. Chi sanzionare e chi no!
Tutte le aziende, le grandi aziende serie degne di questo nome, hanno un contratto aziendale e in tutti gli accordi esiste sempre la possibilità d’impugnare la sanzione disciplinare da parte del dipendente prima ancora che parti la punizione. Qua, invece rasenta la dittatura dei gerarchi e a nulla valgono le prese di posizione degli utenti e del resto dei componenti il cda. Che dire? È paradossale! È un comportamento insensato che, tra le altre possibilità procura aggravi economici alla rai se dovesse far saltare ben due puntate di “Annozero”.
Questo episodio la dice lunga sulla gestione, tutt’altro che aziendalistica, di dirigenti e personaggi designati dai partiti o da lobby. Di certo, la loro presenza non serve a gestire al meglio il bene e le ricchezze comuni.
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