martedì 12 ottobre 2010

quando il giornalista è di parte o cerca lo scoop

La forza delle parole.


Non mi andrebbe di scrivere per contestare la faziosità o l’insulsaggine di certi giornalisti ma quando ce vò ce vò! Specie se le immagini che vedi in tv discordano interamente col commento di chi ha fatto il pezzo. Allora cerchi di minimizzare, dici ch’è di parte, tanto per finirla lì. Ma poi la notizia la risenti nuovamente da un’altra voce: il pregiudicato sferra un pugno tra l’indifferenza dei passanti e manda la donna ko per un banale litigio di precedenza alla biglietteria della metropolitana romana, stazione Anagnina. La giovane donna ora è in coma farmacologico.
Senza dubbio dispiace per la donna in coma, ma le immagini dicono chiaramente che è stata lei a inveire a parole, schiaffi e spintoni e che il ragazzo ha reagito con un pugno. Dico, se non avesse insistito, una volta chiarito, non sarebbe stato meglio per tutti? E poi, c’era bisogno che si infervorasse tanto la giornalista, chiaramente faziosa nel suo commento?
Ecco, la sua leggerezza ha condannato, più che un cattivo esempio sociale, un ragazzo che ha reagito all’isteria di una ragazza con eccessiva violenza che, secondo le parole del suo avvocato, non ha precedenti legali.
Diciamo piuttosto che l’esaurimento corre come la miseria che sta attanagliando i costumi e le casse degli italiani; non più disponibili a conversazioni chiarificatrici pacate, e che uomini e donne di qualsiasi età lasciamo che la scimmia della violenza salti sulle spalle e guidi le mani piuttosto che il cervello.

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