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mercoledì 1 settembre 2010

oltre il recinto

Oltre il recinto.

Il filo di ferro spinato delimita proprietà; appezzamenti terrieri di gente lontana. Gente partita per chissà dove e mai più tornata. Gente stanca della vita nei campi. Figli di gente che ha tentato la fortuna altrove tornano per affiggere un “vendesi” ora che gli ultimi affetti sono estinti.
Il latifondo è un peso, un’incombenza che non produce ricchezza, opulenza immediata. Meglio cedere. Cedere ai pochi contadini rimasti o alle nuove tecnologie che stravolgono il paesaggio, non fa differenza per le nuove generazioni cresciute su internet.
Ragazzi che non distinguono piante di cetrioli e zucchine, che non conoscono le fasi lunari note ai vecchi per la semina, il raccolto, le conserve.
Ragazzi e ragazze tatuate, col piercing nella lingua, che sbiascicano stancamente parole e si coricano all’alba anche dall’aspetto piacevole ma privi d’idee. Ragazzi abituati al consumo veloce di affetti e materie.
Oltre e dentro il recinto!
Ragazzi senza futuro… per colpa di chi o cosa?

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