Ho ancora davanti a me l’immagine nitida del bambino che a passi incerti corre dietro alla palla.
l’ingombro dei pannolini e la giovanissima esistenza impediscono al pulcino d’uomo di essere spedito nel gioco.
Le corre dietro. Prende la mira.
Svirgola, ride; afferra la palla con le manine e la lancia verso la sommità della discesina antistante il portone della casa di nonna, aspetta che scenda e le corre dietro. La palla è animata dallo stesso entusiasmo che muove il piccolo uomo e come lui imbocca percorsi incerti; un sassolino, un soffio di vento e l’imprevisto sembra prendersi gioco di lui.
La palla è ferma davanti il portone. Il bimbo l’afferra con le manine e la lancia per aria; corre, lancia urla di gioia e quando riesce a mettere a segno un calcio s’illumina in viso.
Ricordi?
Io ero lì a ridere e incitarti. Ero lì
pronto ad afferrarti
quando il ridere ti faceva perdere le forze…
quando inciampavi
ero lì … pronto a sollecitarti
la vita è un soffio leggero
un respiro d’amore che prende consistenza nell’unione esponenziale di più esperienze.
Ti ho sorretto nel bisogno. Ho lasciato che tu sbagliassi affinché capissi la vita e ne hai fatto tesoro.
Ora sei padre, ora sei tu che devi incitare seguire motivare emancipare una nuova vita.
Sii guardingo ma non apprensivo. Offri il tuo sapere con discrezione e lascia che sia lui a decidere. Lasciagli la libertà di sbagliare, innamorarsi, intestardirsi, ma non fargli mai mancare il tuo sostegno specie quando il suo pensiero o le sue scelte contrastano le tue aspettative perché questo fortifica, e tu ne sei cosciente.
Un bacio, papà