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lunedì 14 novembre 2022

Migrazioni, fughe di cervelli e altro

 

E se Matteo Piantedosi, Salvini & c. fossero vissuti al tempo di Omero?

Certo che il buon cantastorie avrebbe dovuto costruire le narrazioni in maniera totalmente diversa da come ci sono state tramandate e come noi le abbiamo recepite.

Omero cantò le storie degli eroi greci nell'Odissea e l'Iliade. Favole per omaggiare i potenti che lo ospitavano con tutti gli onori sublimandone gesta forse mai accadute ma giunte fino a noi nell'alone mitico che avviluppa eroi, società e territori contaminati di storia, eventi e tanta fantasia.

Probabilmente quello scavezzacollo di Ulisse non sarebbe partito dalla sua Grecia sapendo cosa sarebbe successo sulle coste calabresi tra veti e imposizioni avrebbe dovuto ingaggiare un'altra guerra, altro che Troia! E Filottete avrebbe potuto fondare le colonie in cui curare le sue ferite; e sarebbe sorto il tempio dedicato alla dea Era Lacinia a Capo colonna.



Dove sarebbe sbarcato Pitagora quando decise di andarsene da Samo?

E che dire dei tesori archeologici lasciati in regalo ai posteri del territorio magno-greco? Delle scorribande interne romane e degli altri imperi che lasciarono tracce e oggi pubblicizziamo con vanto trasformandoli in attrattori turistici?


Battute e facile sarcasmo a parte le migrazioni sono sempre accompagnate da episodi e eventi spesso obbligate per chi parte e subite da chi è invaso. Indubbiamente c'è una enorme differenza socio-culturale tra le migrazioni storiche, i commerci, gli interscambi e quello che oggi è definito “fuga di cervelli”.

Pitagora ha deciso di fermarsi a Kroton e l'ha eletta sua patria. Fondò la scuola pitagorica etc etc.

Oggi data la crisi che attanaglia quanti in cerca di un posto dove realizzare i propri sogni la moderna Crotone sta vivendo la fuga dei cervelli e della forza lavoro qualificata. Giovani e meno giovani, non più con la valigia di cartone legata con lo spago, muniti di software, scappano via dall'Italia.

Per sopravvivere, dall'Africa avviene la stessa cosa ma con più miseria culturale di quanto ne possiamo esportare noi nelle realtà più evolute della nostra.

Insomma si emigra per necessità! Bisogno di sopravvivenza!

Per questo le beghe politiche non sono consentite! Gli accordi hanno bisogno di mediazioni, trattative strategiche e punti di vista basati sulla sacralità irrinunciabile per ogni singola vita a prescindere dalle condizioni fisiche erogate nel primo soccorso.

Non è detto che chi non manifesta alterazioni corporee degne di trattamenti sociosanitari immediate dopo avere vissuto un calvario qual è quello intrapreso dai migranti africani attraverso il deserto e le prigionie coatte imposte dai nuovi schiavisti non abbiano ferite psicologiche più profonde.

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