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mercoledì 25 dicembre 2019

Sardine alla riscossa

L’espansione delle sardine è un fenomeno naturale.


La pochezza di pensiero politico induce i ragazzi alla ribellione. Li porta nelle piazze per dissentire, contestare le banali dichiarazioni di guerra volte a esorcizzare le paure comuni di quanti versano in povertà intellettuale oltre che economica.
È vero, lo spirito di conservazione induce a lottare per la sopravvivenza. E se aggiungiamo un “prima gli italiani. Prima i belli con gli occhi verdi e i capelli biondi. Prima chi è nato da noi ed ha un pedigree di rispetto” i soldati pronti a lottare sotto la guida di un capo si fa presto a reclutarli. La ciurma è in attesa di un qualcuno, uomo o donna che sia, che faccia da traghettatore verso la tranquillità.

Il fenomeno delle “sardine” vede in piazza gente di tutte le età, sesso, estrazione sociale che dice basta alla soverchiante parola gettata per stordire le già instabili situazioni che si sono venute a creare nel corso degli anni.
Le assurdità a cui abbiamo assistito e costretti a subire sono inspiegabili secondo la visione del pensiero “sociale”.
C’è stato, ed è ancora tra i “dirigenti” nazionali, chi ha fatto in modo che venisse depennato l’art. !8 dello statuto dei lavoratori;
Chi ha imposto un mercato del lavoro buono solo per chi ha accumulato ricchezze e amministra forza lavoro, ricordiamo le vicende delle aziende che hanno sfruttato gli aiuti statali, ammodernato le imprese sulla pelle dei lavoratori;
Chi ha decentrato, delocalizzato le imprese risanate in paesi europei per non pagare le tasse dovute in Italia, etc etc.

L’elenco sarebbe lungo ma non cambierebbe lo stato sociale attuale.
Assurdo, invece è, pensare che quanti hanno fin ora gestito malissimo la cosa pubblica possano gridare stracciandosi le vesti contro qualcuno o qualcosa d’immaginifico.

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