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venerdì 25 agosto 2017

Lettera a Papa Francesco

Ho cercato l'indirizzo e-mail di Papa Francesco ma comunicare con Lui telematicamente sembra impossibile.
Il suo ufficio fa sapere che non ha un indirizzo di posta elettronica.
Sua Santità scrive e riceve lettere secondo i canali consolidati. Le missive arrivano alla sua segreteria che le vaglia e dopo le trasmette, non tutte naturalmente, a Sua Santità.

Deduco, quindi, che Francesco non leggerà personalmente la presente lettera aperta, però, non si sa mai... confido nelle vie infinite del Signore. E … scrivo al Santo Padre:

Carissimo Papa Francesco, non so se sei al corrente della diatriba, inutile e dannosa, aperta dal vescovo di Vibo-Nicotera-Mileto mons. Renzo inerente la fondazione “Cuore Immacolato di Maria rifugio delle anime”. Fondazione e complesso edificati per volere della Madre SS, in Paravati, così da alleviare i disagi dei pellegrini, come asseriva Natuzza dopo le “visioni” e i dialoghi con Gesù e sua Madre. Dialoghi che prima di essere resi pubblici passavano al vaglio dell'allora Vescovo Mons. Cortese. Lo stesso vescovo che accettò e benedisse tutto quanto l'attuale vescovo Renzo rimette in discussione, oggi.

Tutto ciò è incomprensibile! Sempre che Renzo non è “unto dal Signore”...

Chiedo:
Perché Renzo vuole a tutti i costi entrare a gambe tese nella chiesa costruita con le donazioni dei devoti? Secondo le notizie dei mass-media, il vescovo Renzo, cita degli articoli di diritto canonico e pretende, poiché ricade sotto la sua giurisdizione diocesana, il pieno controllo della Casa di Culto.

Quando mai si è visto che per pregare e mettersi in comunione con l'Altissimo è necessario possedere un lasciapassare rilasciato da una presunta forma di disciplina tutta terrena?

Qualcosa non quadra! Visto che per fare ciò il vescovo Renzo adopera una forma di ricatto bello e buono: forte dei suoi poteri nega la celebrazione della SS Messa nell'edificio perché, queste le sue motivazioni, non ancora consacrato al culto e revoca quanto già concesso dal suo predecessore mons. Cortese, statuto compreso. Vieta, persino, quanto finora consentito agli anziani ospiti della casa di riposo di avere la presenza dell'Eucarestia nella chiesetta lì allocata.
In sintesi sbrindella azioni consolidate volte alla preghiera.

Insomma, azioni incomprensibili per un laico come me! Che rivolge la mente all'Essere Supremo che è Tutto, da cui tutto parte e tutto torna a Lui.

Laicamente, non credo a simili azioni. Diffido degli uomini che approfittano del potere e impongono, stravolgendo, decisioni prese precedentemente con l'animo sereno da altri.

Modificare l'attuale statuto senza contestare inconfutabili arbitrii o negligenze al consiglio che fin ora ha retto l'Opera, e anche ai due preti designati dalla diocesi, bloccare la beatificazione, insinuare dubbi è irriguardoso per chiunque ha fin ora appoggiato convintamente l'Opera sull'esempio di Natuzza Evolo, la mistica che parlava con Maria e Gesù, e che, in virtù dei carismi da lei ottenuti e dimostrati, testimoniava, con le sue parole, la volontà della Madonna nell'edificare questa grande Opera a testimonianza di fede e di preghiera per alleviare le sofferenze dei fedeli che lì si recano a pregare ed essere al riparo delle intemperie.

Papa Francesco, perdonami, ma non riesco a comprendere la decisione del vescovo Renzo.
Ho conosciuto personalmente Natuzza. Donna umile e mamma di chiunque si recava al suo cospetto. “io non sono niente. Sono un verme di terra. I miracoli li fa Gesù. Pregate la Madonna che a Lei, suo figlio, non può dire di no... ia su 'na grasta rutta”. Così diceva mamma Natuzza quando vedeva volti afflitti e tormentati dai mali terreni.

Può essere vanificato tutto ciò? Può un formale capriccio terreno, annullare, mortificare la fede ancora calda e fremente di passiva umiltà della serva di Dio: al secolo, Natuzza Evolo? E di quanti hanno lavorato al progetto di fede?

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