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giovedì 29 settembre 2016

Ponte sullo stretto?

Il progresso è inarrestabile non per definizione e neanche per voleri personali o politici ma in certi casi, come in quello che vede l'annosa diatriba tra i promotori del ponte sullo stretto di Messina e quanti sono contrari per differenti e rispettabili motivi, la realizzazione di quello che dovrebbe essere, nei fatti, il prodotto infrastrutturale del progresso civile e tecnologico sembra diventare un'impresa impossibile. Quasi una chimera irrealizzabile a prescindere dalle volontà dei cittadini.

Eppure infrastrutture analoghe, per imponenza strutturale, impatto ambientale e benefici alla collettività, in altre parti del mondo sono attivi da decenni.


In Giappone, terra altamente sismica e sferzata dai venti oceanici, abbiamo un esempio:

Alto 282,8 metri e lungo 3.911. La sua campata principale è lunga ben 1.991 metri. Inaugurato il 5 aprile 1998, unisce la città di Kōbe sull'isola di Honshū all'isola Awaji.

Se consideriamo che la distanza tra la costa calabrese e quella siciliana non si discosta di molto dal progetto attuato in Giappone, 3.200 metri nel tratto più corto tra le due coste italiane, dobbiamo porci una semplice domanda: perché, visto che se ne parla dal 1850, ancora non è stato possibile costruirlo?

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