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domenica 14 ottobre 2012

Bersani apre le primarie a Bettola e convince

Come una volta, si sente parlare di politica per strada, davanti alle benzine e nelle officine. A tenere banco è il figlio di un benzinaio che non nasconde la calvizia con un toupe o costosi trapianti, uno del popolo che parla al popolo e rispolvera parole dimenticate tipo “collettivo”, “bene comune” “solidarietà” “passione politica” “Popolo!”.

Sembra di tornare indietro nel tempo, quando la politica era sentita passione e gli scontri dialettici servivano per migliorarsi e migliorare la società.
Un tempo relativamente breve dentro il quale sono naufragati sogni politici e civiltà. Un tempo in cui abbiamo assistito, con indolenza, alla soppressione della democrazia e della solidarietà. Abbiamo dato spazio, forse in ossequio alla tanto rispettata libertà, a millantatori e truffatori. Abbiamo lasciato che questi soffocassero i sogni. Abbiamo creduto alle bugie!

Oggi, è ovvio che io, in quanto facente parte di quel sillogismo posto alla base di tutti i discorsi fin ora fatti, usato per riportare alla politica la sua giusta missione, abbia ancora qualche remora e prima di ridare fiducia a chicchessia, debba essere pienamente convinto con fatti concreti da parte di quanti vogliono riscattarsi.

Troppe volte si sono cosparsi le teste di cenere; innumerevoli volte hanno professato moralità e moralismi disattesi. Per ben due volte, negli ultimi decenni, la magistratura ha dovuto rimettere in ordine i conti, indagare, sciogliere amministrazioni pubbliche espressione di volontà politiche popolari.

Bersani parla di Collettivo al servizio del Paese e, volendo usare un gergo popolare, dice che non sta facendo una briscola a due con Renzi dove chi perde sta sotto e chi vince comanda.

In questa sua semplice e felice battuta, data a Lucia Annunziata, si condensa il pensiero della sinistra che lavora per il bene comune.
Che ben venga!