di mario iannino
La casa sorge sul limitare della strada d’accesso al paese. Subito a destra. È rialzata rispetto al livello stradale, di quasi un metro. Tra quattro gradini immettono sul battuto in cemento che funge da corte.
L’anziana donna sta sull’uscio. Qualcuno le aveva anticipato la mia visita.
Buongiorno! Esordisco con il mio migliore sorriso. Siete la mamma di Maria?
Figghjiu, si sugna a mamma i Maria. E tu mi ricordi a Cicciu. Preciso comu iddhu.
Figlio, si sono io la mamma di Maria. E tu mi ricordi a Ciccio quando è venuto a presentarsi per chiedermi la mano di Maria.
Nonna Agata, una donnina minuta. Piccola e canuta coi capelli bianchi raccolti con una treccia dietro la nuca, le fasciava la testa.
Donna dall'antica saggezza popolare, parlava il militese stretto. La sua formazione non era scolastica, l’anagrafe non glielo ha consentito. Ma era cresciuta con i sani principi impartiti dalla morale ferrea del suo tempo.
Dietro casa di nonna Agata c’era un orto. Piccolo ma generosamente adatto ai suoi fabbisogni quotidiani. In barba alla gracile figura dimostrata , lei curava l’orto con la sapienza dell’età e in sintonia con i suoi bisogni.
Una o due piante di pomodori per insalata, qualche piantina di peperoni e melanzane. E gli immancabili aromi: Prezzemolo, basilico, salvia ai bordi dei filari di lattuga e bietola.
"Trasa trasa figghju. Ssettati ti fhazzu u cafhè… E senza attendere la risposta, apre la credenza e inizia a prepararlo."
Di lei ricordo il sorriso.
Un sorriso felice che le accentuava le rughe ottuagenarie dal profilo greco.
Beh, Mileto fu una colonia greca, quindi niente di straordinario nel ravvisare antichi e nobili tratti fisiognomici.
La città fu un insediamento importante per la nascita dell’impero magno=greco, e niente di più facile che i moderni militesi siano portatori sani del DNA degli eroi tramandat e descritti minuziosamente da Omero.
Nonna Agata aveva un profilo degno del luogo .
Anziana ancella dal naso leggermente adunco, e dallo sguardo vispo. Interrogava gli interlocutori e rispondeva con gli occhi. Come d’uso in Calabria. Quegli Occhi che hanno visto e fotografato in memoria tantissimi eventi; nascite, morti, matrimoni, feste e i dolorosi addii delle figlie dirette in l’America e i figli maschi in partenza per il nord Italia nelle città di Brescia e Milano.
Solo due dei sette figli le rimangono accanto. La vita ha deciso così! Una volta cresciuti, i figli, cercano la strada segnata fin davanti nascita nel grande libro del destino, comunque, determinato dal libero arbitrio.
Fatalità, l'esistenza, o progetto determinato dalla volontà dei singoli?
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