Non ho contato i giorni che sono
trascorsi dall'inizio della quarantena. Ho pensato, invece, molto
alle persone che non hanno i mezzi necessari per sopravvivere.
Il mio pensiero è andato in mare tra i
flutti agitati dalle eliche dei gommoni dei venditori di uomini.
Organizzazioni malavitose prive di umanità e di dignità.
Ho visto le acque calme divenire
turbolente, sferzate dai profughi, gettati nel mediterraneo e
terrorizzati dall'ultima violenza subita che, con la morte negli
occhi sbarrati, annaspano sperando in un aiuto solidale.
Ho pensato ai conoscenti, amici e
parenti che hanno perso il lavoro che se pur precario consentiva una
vita dignitosa.
Penso a quanti sofferenti nel corpo e
nell'anima muoiono nell'indifferenza che scaturisce dall'ignoranza.
Penso agli stupidi che nonostante le sofferenze sociali vanno dietro
alla stronzate degli agitatori per mestiere e profitto proprio.
Penso a quanti non hanno più le
garanzie sociali del welfare.
E più leggo. Più sto a contatto coi
miei amici preferiti che donano perle di pensiero solidale e più mi
convinco di quale diabolica e meschina macchinazione mentale possano
alcuni individui gioire e farsi promotori pur di ricavarne vantaggi
personali.
Non è retorica!
Questo tempo di lentezza imposta per
decreto è salutare. Panacea per la mente vogliosa di migliorare e
migliorarsi. Andare oltre le parole. Saperle distinguere, le parole,
e farne tesoro.
Abolire il superfluo è salutare.
Spegnere i focolai della politica cialtrona. Cercare la sintesi!
Nella vita e nell'arte è un obbligo.
La sintesi è tutto; racchiude in sé la poetica essenziale e
esplicativa per antonomasia di ogni messaggio.
E la più alta espressione umana,
dell'arte in ogni sua accezione, è crescita interiore. Dono.
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