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mercoledì 11 ottobre 2017

Diffidenza

Incomprensioni.

Da oltre dieci minuti a cadenza regolare un miagolio inconsueto mi spinge ad aprire la porta d'ingresso.

Un gatto, appollaiato in equilibrio precario sulla finestra delle scale, guarda giù. Quattro piani lo separano dal terreno e pochi passi da me. Potrebbe saltare verso l'interno, fare le scale e tornarsene in giardino ma non lo fa. È spaesato. Sembra che abbia perso l'orientamento.

Non si fa avvicinare.
Guarda me e il vuoto che sta dalla parte opposta e sembra preferirlo. È visibilmente nel panico.

Tento di tranquillizzarlo. Con voce calma, mentre tendo la mano come a porgergli un bocconcino, gli sussurro “Tieni muzt muzt”. Ma lui si agita. È troppo impaurito per fidarsi. Continua a miagolare terrorizzato.
Ogni mio tentativo risulta vano.
Muovo qualche passo.
Mi avvicino ancora. Lui si agita. Si gira verso l'esterno e vola giù dal quarto piano.
Nooo. Grido. Un brivido mi scorre lungo la schiena. Già me lo immagino fracassato sui gradini del portone.
Mi affaccio e, miracolo!, allora è vero che i gatti hanno nove vite, penso tra me, mentre lo vedo correre tra i cespugli dell'aiuola.
Gliene rimangono otto.

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