Erri de Luca |
Enrico De Luca, poeta, giornalista e
scrittore, conosciuto come Erri, è un fine e attento intellettuale
italiano che deve fare i conti con la legge italiana. Per lui il pm
ha chiesto otto mesi di galera per avere “istigato” quelli che
sono contrari alla costruzione dell'anacronistica linea ferrata tra
Lisbona e Kiev a “sabotarla”. “le cesoie servono per tagliare
la rete”. Aveva detto...
“Adesso sarà un processo sulle
frasi che ho detto - aveva osservato De Luca all'apertura del
processo, il 28 gennaio 2015. "io ho usato la parola
“sabotaggio”, che è una parola nobile usata anche da Gandhi.
Continuo a pensare che il Tav vada sabotato, ma sono convinto che si
saboterà da solo perché non ci sono i soldi per costruirlo. Il buco
del Tav sarà un 'buco interrotto', un 'bucus interruptus'".
Per sommi capi ricordiamo le
motivazioni delle contestazioni: la linea passa e deturpa
irrimediabilmente valli e monti nel tratto tra Lione, Torino e Novara
fino a Trieste.
A nulla sono valse le proteste e gli
studi di settore condotti da esperti per scavalcare le alpi e
proseguire la tratta utilizzando un corridoio esistente.
Dagli studi e dalle osservazioni dei “no tav” emergono informazioni inquietanti quali perforazioni rocciose contenenti amianto o altro materiale nocivo, deviazioni fluviali, cose che arrecano danni alle colture senza apportare ricchezze, scambi di merci culturali o migliorare la mobilità e la qualità della vita ai residenti e non solo.
Dagli studi e dalle osservazioni dei “no tav” emergono informazioni inquietanti quali perforazioni rocciose contenenti amianto o altro materiale nocivo, deviazioni fluviali, cose che arrecano danni alle colture senza apportare ricchezze, scambi di merci culturali o migliorare la mobilità e la qualità della vita ai residenti e non solo.
I vari governi che si sono succeduti
hanno ritenuto e ritengono la linea ad alta velocità un'opera
strategica. Che si deve assolutamente fare.
Inutile dilungarsi sulla questione tav
si o tav no. Il nocciolo della questione è un altro: cosa cambia se
l'opinione pubblica sta con Erri? E come mai gli scrittori, i
giornalisti, in breve: gli intellettuali sono muti? E anche se
parlassero cambierebbe qualcosa nell'ordinamento legislativo
italiano?
Interrogativi a parte (e ce ne
sarebbero a bizzeffe) io ritengo che le parole di Enrico De Luca, e
le nostre, debbano essere considerate nella forma e nella veste alta
della libertà di pensiero che inducono alla riflessione e al
confronto democratico tra le genti.
Non so quanto servirà la mia posizione
ma la dico ugualmente: sto dalla parte di Enrico perché credo nella forza sana e tagliente della libertà di pensiero che, come le cesoie, taglia reti d'imbrigliamento e squarcia aree mentali e fisiche eretti dalle paure e dall'ipocrisia
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