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lunedì 26 maggio 2014

Europee, la moderata paura degli italiani

L'astensionismo è alto in Italia e dagli elettori che si sono recati alle urne esce una volontà di moderato ottimismo. Vogliono credere nelle promesse di Renzi e del nuovo volto che ha dato al PD. Anche se sarebbe riduttivo dire che le 80 euro in busta paga dell'impiegato medio che non supera i 26mila euro annui abbiano influito nella scelta non ci si può esimere dal pensarlo.

Forse avrà influito l'ottimismo e il nuovo linguaggio del fare a tarpare le ali ai gufi. Oppure è stata la tracotanza di Grillo a terrorizzare l'elettore medio e non fare prendere quei voti al m5s necessari per attuare la rivoluzione a Bruxelles e la caduta di Napolitano in Italia? E quanto avrà influito la paura di una sconfitta tra i dipendenti del pd tra cooperative e indotto (stessa cosa vale per FI)?

Il Pd prende il 40% dei votanti e M5S, pur risultando il secondo partito, non supera la rosea previsione sperata da Grillo. Il distacco è enorme! 20 punti a favore di Renzi. E terzo, non l'enfatico Alfano ma il partito di Berlusconi mentre restano al palo gli altri.

Il NcD supera appena la soglia del 4%. anche Tsipras è lì lì per non farcela. Mentre Salvini con le sue idee contro l'euro si ritaglia un bel risultato: il 6%

ad ora superano la soglia di sbarramento per l'assegnazione dei seggi al Parlamento europeo il Nuovo centrodestra, 4,36%, alleato di governo del Pd, e la sinistra riunita nell'Altra Europa con Tsipras al 4,03%.
Tiene la Lega Nord con il 6,2%, mentre i montiani di Scelta europea scivolano allo 0,7%.
Ma è la sfida di testa che dà la dimensione del successo Pd. I Democratici, a risultati quasi definitivi, prendono il 40,89%, mentre il partito di Beppe Grillo si deve accontentare del 21,11%.
Il selfie è servito. L'italiano medio ha moderatamente paura.