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martedì 26 novembre 2013

Femminicidio, due parole in merito


Femminicidio!
courtesy: mario iannino©
Mai fu coniato un termine così brutto.

Femminicidio! Racchiude in sé odio e possesso da parte di entrambi i sessi, anche se intende la morte violenta della femmina per mano “nemica”.

Il femminicidio (che fino all'altro ieri avremmo definito uxoricidio o, in mancanza di legami affettivi consacrati, assassinio) è una devianza dello stalking portata all'estremo, termine inglese usato per definire l'azione fastidiosa e coartante subita dall'uomo o dalla donna da parte di un ex.

L'uno, perché incolto e ammalato, ricorre a estremismi impensabili. L'altro, impaurito e turlupinato dai concetti mediatici, si lascia pilotare e prendere alla pancia dalle brutture del momento gridate ai quattro venti dagli organi d'informazione e dalle organizzazioni che hanno a cuore le vicende in quanto schierate.

Dalle intenzioni e dagli editti rumorosi di piazza manca la cosa più importante, quella che, se applicata, avrebbe ragione delle menti bacate o deviate dalla sottocultura imperante, cioè: la cultura sensibile; quella, per intenderci, non praticata o imposta nelle scuole che vede negli assunti imparati a memoria e in sintonia con chi li somministra, ma, la Cultura che ha per componente basilare il rispetto per l'altro/a, il rispetto e la tutela delle libertà altrui, concetti che spesso s'imparano vivendo in un clima sano, non asettico, ma che sa razionalizzare i fatti, che sa fare sue le istanze di quanti vivono, pur sbagliando, modelli di vita differenti, indirizzando nei rigagnoli dell'esistenza collettiva le singole esigenze epurate dalle negatività.

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