Leggo che Giovannini, ministro del
welfare, ha organizzato una squadra di tecnici per preparare una
bozza, un piano, contro l'indigenza. In parole povere dovrebbero
trovare un sistema per garantire un salario sociale ai più poveri
compresi gli stranieri che stanno almeno da un paio di anni in
Italia.
E fin qui niente da eccepire!
Lascia un po' pensare lo stato
d'abbandono dei tantissimi esodati o senza pensione che si
trovano fuori dal mercato del lavoro ma che, secondo i farraginosi
conteggi degli esperti che basano la ricchezza o la povertà dei
cittadini e delle famiglie sui certificati ISEE. rimangono senza soldi in tasca.
E, anche se per questo nuovo
termometro sociale ci si basa sull'ISEE, il reddito reale dei singoli cittadini non è individuato davvero.
Ancora una volta si confonde la
dignità, il diritto alla vita e si tenta di cancellare la macelleria
sociale fatta fin qui dai governi con un assegno per gli indigenti.
Quelli, per intenderci che non hanno neanche gli occhi per piangere.
Quei disperati che rovistano nei rifiuti e nei cassonetti dei
mercati. I senzatetto.
No, caro e stimato Ministro, premesso
che gli assegni contro l'indigenza esistono da sempre nei comuni
d'Italia, Lei dovrebbe interessarsi dei 50enni a salire occupati e
disoccupati elargendo loro un equo compenso per vivere da nonni.
Accompagnarli dignitosamente nell'età della quiescenza e fare largo
ai giovani.
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